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DETECTIVE IN COPPIA… per amore
Cuore e batticuore |
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Titolo originale | Hart to Hart |
Paese | Stati Uniti d’America |
Anno | 1979-1984 |
Formato | serie TV |
Genere | poliziesco |
Stagioni | 5 |
Episodi | 110 |
Durata | 50 min (episodio) |
Ideatore | Sidney Sheldon |
Interpreti e personaggi | |
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Prima visione | |
Dal | 25 agosto 1979 |
Al | 22 maggio 1984 |
Rete televisiva | ABC |
Prima TV in italiano | |
Data | 28 giugno 1981 |
Cuore e batticuore (Hart to Hart) è una serie televisiva statunitense, creata da Sidney Sheldon. La serie esordì negli Stati Uniti d’America nel 1979 e venne prodotta fino al 1984 per cinque stagioni esordendo in Italia nel 1981. Ebbe grande successo anche grazie ai suoi tre protagonisti: Robert Wagner e Stefanie Powers che interpretano una coppia ricca e felice che si diletta a investigare, e Lionel Stander, il loro maggiordomo. Stander, infatti, dopo un brillante inizio di carriera, accusato di attività comuniste, non trovò più spazio negli Stati Uniti e fu costretto a cercare lavoro in Europa prima di ritornare, ormai settantenne, a recitare nel suo paese. Nel 1983 proprio per il ruolo di Max, ottenne anche un Golden Globe come miglior attore non protagonista in una serie tv. Il tema musicale della serie è stato composto da Mark Snow.
Lo sceneggiatore e romanziere Sidney Sheldon in origine aveva scritto una sceneggiatura per la CBS intitolata Double Twist nei primi anni settanta su una coppia di coniugi entrambi spie. La sceneggiatura rimase inutilizzata per diversi anni prima che i produttori Aaron Spelling e Leonard Goldberg decidessero di aggiornare l’idea per una potenziale serie televisiva. Offrirono a Tom Mankiewicz l’incarico di realizzare la sceneggiatura con l’indicazione di aggiornare la sceneggiatura per renderla più contemporanea e praticabile per una potenziale serie settimanale. Mankiewicz rielaborò la sceneggiatura originale di Sheldon ribatezzandola Hart to Hart, sottolineando l’aspetto romantico della coppia. Mankiewicz ha anche fatto il suo debutto alla regia con l’episodio pilota, come previsto, e in seguito rimase come consulente creativo.
La scelta iniziale per il ruolo di Jonathan Hart era stata Cary Grant ma questi all’epoca aveva già 75 anni e si era ormai ritirato; si decise di trovare un attore più giovane che potesse incarnare lo stesso stile, gusto e personalità per cui e trovarono Robert Wagner. Inizialmente il ruolo della moglie sarebbe dovuto essere di Natalie Wood, moglie di Wagner, ma Wagner non la ritenne una buona idea e suggerì Stefanie Powers che aveva già lavorato con lui in un episodio della serie It Takes a Thief nel 1970.
(EN)
« This is my boss Jonathan Hart, a self-made millionaire. He’s quite a guy. This is Mrs. H, she’s gorgeous. She’s one lady who knows how to take care of herself. By the way my name is Max; I take care of both of them which ain’t easy ‘cause when they met, it was murder. » |
(IT)
« Questo è il mio capo, Jonathan Hart, un miliardario che si è fatto da sé. Un tipo molto in gamba. Questa è la signora Hart, gran bella donna, veramente degna di lui. Ah dimenticavo, io sono Max; mi occupo di loro… e non è una cosa facile, perché il loro hobby è… il delitto. » |
(Introduzione alla serie recitata da Max il maggiordomo) |
Jonathan Hart è l’amministratore delegato di Hart Industries, una multinazionale con base a Los Angeles e sua moglie Jennifer è una giornalista freelance. I due ricchi coniugi vivono una vita nel lusso e, in giro per il mondo, si trovano spesso coinvolti in casi di contrabbando, furto, spionaggio aziendale e internazionale o, più comunemente, omicidio. Nella loro proprietà di Bel Air, sono assistiti da Max, fedele maggiordomo, cuoco e autista, che li aiuta talvolta nei loro casi.
Harts possiede una Mercedes 300 TD, una convertibile Rolls Royce Corniche verde scuro, e una Mercedes-Benz SL roadster gialla (1979 450 SL, sostituita da un 1981 380 SL) con targhe personalizzate della California rispettivamente 3 HART, 2 HART e 1 HART . La sequenza dei titoli di testa mostra anche Jonathan Hart alla guida di una Dino 246 GTS rossa. Possiedono anche un jet privato che compare all’inizio dei titoli di testa.
Guest Star
- Natalie Wood
- Mimi Rogers
- Martina Navrátilová
- Ray Milland
- Sid Haig
- Julie Newmar
- Fred Dryer
- Frances Bay
- Ed Harris
- Rossano Brazzi
- Abbe Lane
- Adam West
- Robert Englund
- Daniel J. Travanti
- Joe Pantoliano
- Gilbert Roland
- Gloria DeHaven
Arabesque ( USA 1982 – 1983 ) – categoria: giallo – detective |
Arabesque |
Paese : | USA |
Periodo : | 1982 – 1983 |
Creatore : | William Bast, Paul Huson |
Episodi : | 13 episodi (1 stagione) |

Moonlighting |
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Titolo originale | Moonlighting |
Paese | Stati Uniti d’America |
Anno | 1985-1989 |
Formato | serie TV |
Genere | commedia, giallo, sentimentale |
Stagioni | 5 |
Episodi | 67 |
Durata | 45 min |
Lingua originale | inglese |
Ideatore | Glenn Gordon Caron |
Interpreti e personaggi | |
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Musiche | Lee Holdridge, Al Jarreau |
Produttore | Glenn Gordon Caron, Jay Daniel |
Casa di produzione | Picturemaker Productions, ABC Circle Films |
Prima visione | |
Dal | 3 marzo 1985 |
Al | 14 maggio 1989 |
Prima TV in italiano | |
Data | 1988 |
Moonlighting è una serie televisiva andata in onda per la prima volta negli Stati Uniti sull’ABC dal 1985 al 1989 per un totale di 67 episodi. In Italia è conosciuta anche come Moonlighting – Agenzia Blue Moon (titolo utilizzato per la messa in onda su Rete 4) e Agenzia Luna Blu.


Lo show interpretato da Cybill Shepherd e da Bruce Willis, nel ruolo di investigatori privati, costituisce un tipico caso di drammedia ovvero una combinazione di elementi drammatici, commediali e romantici e nella originalità delle tecniche narrative può considerarsi il degno antesignano del più recente Ally McBeal.
Con il suo misto di giallo poliziesco e di commedia romantica, un linguaggio smaliziato e una coinvolgente alchimia tra i due protagonisti, Moonlighting ha rappresentato per gli americani della seconda parte degli anni ottanta, un vero fenomeno di costume, lanciando nello star system un attore oggi globale come Bruce Willis e sancendo una delle tante rinascite che costellano la vita della sofisticata e talentuosa Cybill Shepherd. In Italia invece, trasmesso nel preserale di Rai Due non ottenne il successo conseguito in patria.
Il tema della serie, cantato dal cantante jazz Al Jarreau, è stato uno dei più amati e apprezzati (anche nelle vendite) nella storia dei telefilm americani.
La serie ruota attorno ai casi oggetto di indagine da parte della Blue Moon Investigations e dei suoi due titolari Madelyn “Maddie” Hayes (Cybill Shepherd) e David Addison (Bruce Willis). La storia comincia con la rovina di Maddie Hayes, un’ex modella che scopre di essere in bancarotta dopo che il suo commercialista l’ha derubata di tutte le sue liquidità. Le è rimasta solo una serie d’investimenti fallimentari, uno dei quali è l’agenzia investigativa City of Angels, gestita dallo scapestrato David Addison. Tra il film pilota e il primo episodio della serie, Addison persuade Hayes a tenere l’agenzia e a gestirla insieme. L’agenzia viene ribattezzata “Agenzia Investigativa Blue Moon”, poiché Hayes era molto popolare come testimonial dello shampoo Blue Moon. In diversi episodi, Maddie viene più facilmente riconosciuta come “la ragazza dello shampoo Blue Moon”, piuttosto che per il suo nome.
Nella serie compare anche Allyce Beasley nel ruolo di Agnes DiPesto, la centralinista dell’agenzia, che risponde al telefono parlando in rima. Nelle ultime stagioni, Curtis Armstrong — noto per il ruolo di Caccola nel film La rivincita dei nerds — si è aggiunto al cast nel ruolo di Herbert Viola, un lavoratore interinale che vuole diventare investigatore della Blue Moon e conquistare il cuore di Agnes.
Rottura della quarta parete
Nella serie accade più volte che i protagonisti si rivolgano direttamente al pubblico, agli sceneggiatori, alla rete televisiva o parlino direttamente della serie, guardando in telecamera. Ad esempio, in un episodio delle prime stagioni (prima della relazione tra i due) Maddie dice a David che tra loro non può nascere un rapporto stabile, perché il network li passerebbe dal venerdì alla domenica. Anche prima della sigla di apertura si verificano frequentemente interventi di Bruce Willis e Cybill Shepherd ad introdurre l’episodio stesso, ma quel che caratterizza fortemente la serie è che – proprio durante lo svolgimento dell’azione – i due personaggi parlino di copione, network ecc.
Guest stars
In aggiunta al cast principale, ci sono state delle Guest Stars in ruoli anche ricorrenti:
- Orson Welles: Appare nell’introduzione al quarto episodio della seconda stagione “The Dream Sequence Always Rings Twice”. Questa fu la sua ultima apparizione televisiva. L’episodio è stato trasmesso 5 giorni dopo la sua morte ed è dedicato alla sua memoria.
- Tim Robbins: 1ª Stagione – episodio “Gunfight at the So-So Corral”.
- Charles Rocket recita nel ruolo di Richard Addison, fratello di David.
- Paul Sorvino recita nel ruolo del padre di David e Richard Addison.
- Eva Marie Saint e Robert Webber recitano nei ruoli di Virginia e Alexander Hayes, genitori di Maddie.
- Imogene Coca appare in un solo episodio, nel ruolo di Clara DiPesto, madre di Agnes.
- Mark Harmon: Stagione 3 – recita nel ruolo di Sam Crawford, rivale in amore di David.
- Brooke Adams recita nella Stagione 4 nel ruolo di Terri Knowles.
- Virginia Madsen recita, nella Stagione 5, nel ruolo di Annie Charnock, cugina di Maddie e “fiamma” di David per un breve periodo.
- Dana Delany recita nel ruolo della ex fidanzata di David (Stagione 2 – episodio “Knowing Her”).
- R.H. Thomson recita nella Stagione 4 nel ruolo del dott. Steve Hill, ginecologo di Maddie, durante la sua gestazione.
- Whoopi Goldberg e Judd Nelson recitano nell’episodio “Camille” – Stagione 2.
- Timothy Leary recita nell’ultimo episodio della serie (Stagione 5 – spisodio “Lunar Eclipse”).
- Dan Lauria: Stagione 2 – Episodio “Portrait of Maddie.”
- Pierce Brosnan: Stagione 3 – episodio “The Straight Poop.”
- Peter Bogdanovich, che aveva diretto The Last Picture Show nel 1971 (con Cybill Shepherd), recita nell’episodio “The Straight Poop.”
- Rona Barrett ha un ruolo importante nell’episodio “The Straight Poop”, in quanto media nella turbolenta relazione (professionale e personale) tra Maddie e David.
- Donna Dixon (moglie di Dan Aykroyd): Stagione 3
- Randall ‘Tex’ Cobb recita il ruolo di un “grande ragazzo in una Gas-Station” nella Stagione 3 – episodio “Sam & Dave”.
- Demi Moore, moglie di Bruce Willis, recita (Stagione 5 – episodio “When Girls Collide”) nel ruolo di una donna con una magica attrazione nei confronti di David all’interno di un ascensore.
- Nel prologo dell’episodio “Symphony In Knocked Flat” della Stagione 3 i The Temptations recitano nella parte di se stessi così come fa Don King più avanti, durante il medesimo episodio.
Cancellazione della serie
Alla cancellazione di Moonlighting si giunse in maniera graduale: Bruce Willis, fresco del successo di Trappola di cristallo (Die Hard), decise di puntare ad una carriera cinematografica, mentre Cybill Shepherd aveva da poco partorito due gemelli (in concomitanza con la fase della gravidanza di Maddie). Tutto era pronto per una cancellazione già dopo la stagione 1987/88 (la quarta), poi venne realizzata la quinta stagione, che però partì in ritardo (6 dicembre 1988). Si giunse alla pausa di febbraio quando mancano solo 6 episodi da mandare in onda: l’interruzione parte con l’episodio “I See England, I See France, I See Maddie’s Netherworld” del 14 febbraio e Moonlighting torna in TV il 2 aprile con “Those Lips, Those Lies”.
Il finale di serie è in linea con la tradizione di rottura degli schemi di Moonlighting. Nelle ultime sequenze di “Lunar Eclipse” vediamo David e Maddie che rientrano in agenzia dopo il matrimonio di Agnes e Herbert, trovando il set smantellato. A occuparsi delle operazioni c’è un agente del Network ABC, il quale gli spiega che la serie è stata cancellata. Allora i due si lanciano nell’ultima corsa frenetica della serie, questa volta all’interno degli Studios, alla ricerca di un produttore (Cy), che non può che confermargli la cancellazione di Moonlighting, spiegandogli anche quanto sia fragile il romanticismo in TV. Cy è interpretato da Dennis Dugan, regista di quello stesso episodio e interprete del matrimonio-lampo di Maddie nel corso della serie.
Dopo una breve sequenza che ripercorre fotografie dei due protagonisti nel corso dei cinque anni assieme, giunge il fotogramma finale, che recita:
(EN)« Blue Moon Investigations ceased operations on May 14, 1989. The Anselmo Case was never solved… and remains a mystery to this day. » | (IT)« L’Agenzia Investigativa Blue Moon ha chiuso definitivamente il 14/05/1989. Il Caso Anselmo non è mai stato risolto… ed è rimasto un mistero fino ai giorni nostri. » |
Cover Up |
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Titolo originale | Cover Up |
Paese | Stati Uniti d’America |
Anno | 1984-1985 |
Formato | serie TV |
Genere | azione, spionaggio, avventura |
Stagioni | 1 |
Episodi | 22 |
Durata | 45 min (episodio) |
Lingua originale | inglese |
Sceneggiatura | Doug Heyes Jr. Robert Hamilton |
Interpreti e personaggi | |
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Produttore | Chris Larson Glen A. Larson Scott Levitta Bob Shayne |
Prima visione | |
Dal | 22 settembre 1984 |
Al | 6 aprile 1985 |
Prima TV in italiano | |
Dal | 1986 |
Cover Up è una serie televisiva statunitense, prodotta dal 1984 al 1985 dalla Glen A. Larson Productions e dalla 20th Century Fox Television e con protagonisti Jennifer O’Neill, Jon-Erik Hexum (primi sette episodi), Antony Hamilton e Richard Anderson.
Il telefilm, ispirato alla serie televisiva Le spie del 1969, è tristemente ricordato per la tragica morte, avvenuta nell’ottobre 1984 in seguito ad un incidente sul set, dell’attore protagonista Jon-Erik Hexum, poi sostituito, dopo alcune settimane di interruzione delle riprese, da Antony Hamilton.
Della serie fu prodotta una sola stagione, per un totale di 22 episodi (comprese le due parti dell’episodio pilota).
Negli Stati Uniti, la serie venne trasmessa sull’emittente televisiva CBS dal 22 settembre 1984 al 6 aprile del 1985. In Italia, andò in onda su Retequattro nel 1986.
Protagonisti della serie sono due agenti della CIA, Danielle Reynolds (Jennifer O’Neill), in cerca di vendetta dopo l’assassinio del marito, e Marc Harper (Jon-Erik Hexum), poliziotta e cintura nera di karate.
I due indagano sotto mentite spoglie, fingendosi rispettivamente una fotografa di moda ed un modello.
Dopo la morte di Marc, ucciso in uno scontro a fuoco, a far coppia con Danielle è l’agente Jack Striker (Antony Hamilton).
La sigla del telefilm è Holding Out for a Hero di Bonnie Tyler (tratta dalla colonna sonora del film Footloose), interpretata per l’occasione da E.G. Daily.
Un set segnato dalla tragedia: la morte di Jon-Erik Hexumome detto, la serie fu segnata da un evento tragico: la morte dell’attore protagonista, il non ancora ventisettenne Jon-Erik Hexum, in un incidente sul set che riporta alla mente – per le circostanze più o meno analoghe – quanto accaduto anni dopo a Brandon Lee sul set del film Il corvo.
Il tragico fatto avvenne il 12 ottobre 1984, quando, durante le riprese o una pausa delle stesse, Jon-Erik Hexum, per un tragico scherzo, si puntò alla tempia una .44 Magnum utilizzata in scena, premendo poi il grilletto. Nonostante l’arma fosse caricata a salve, gli effetti furono comunque devastanti: la pressione esercitata dal proiettile sul cranio fu infatti tale che alcuni frammenti ossei andarono a conficcarsi nel cervello.
L’attore, caduto in coma dopo il disperato intervento chirurgico, venne dichiarato clinicamente morto il 18 ottobre e la madre diede il consenso al prelievo degli organi.
Dopo il tragico evento, la serie fu sospesa per quattro settimane. Si decise poi di “far morire” Marc Harper, il personaggio interpretato da Hexum, introducendo un nuovo personaggio maschile, interpretato dall’attore britannico Antony Hamilton (pure lui, tra l’altro, prematuramente scomparso una decina d’anni dopo).
L’episodio con cui furono riprese le registrazioni contiene anche un omaggio a Hexum.
Mai dire sì |
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Titolo originale | Remington Steele |
Paese | Stati Uniti d’America |
Anno | 1982-1987 |
Formato | serie TV |
Genere | giallo, avventura |
Stagioni | 5 |
Episodi | 94 |
Durata | 45 min |
Lingua originale | inglese |
Crediti | |
Interpreti e personaggi | |
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Prima visione | |
Dal | 1º ottobre 1982 |
Al | 17 aprile 1987 |
Rete televisiva | NBC |
« Voglio rivelarvi un segreto assolutamente esclusivo: il grande detective Remington Steele non esiste! L’ ho inventato io, giuro! » |
(narrazione d’ apertura) |
Mai dire sì (Remington Steele) è una serie televisiva statunitense di genere giallo prodotta dal 1982 al 1987.
Trama
La serie racconta le vicende di una investigatrice privata, Laura Holt (interpretata da Stephanie Zimbalist), che decide di aprire una agenzia investigativa tutta sua; agenzia che però non viene presa sul serio, in quanto “è diretta da una donna”. Così, allo scopo di acquisire maggiore credibilità, Laura inventa “un abile principale maschio” dal nome, appunto, di Remington Steele.
Tutto sembra andare a meraviglia per Laura e i suoi collaboratori (Murphy Michaels e Berenice Fox), finché un giorno, un misterioso personaggio (interpretato da Pierce Brosnan) non tenterà di rubare delle pietre preziose che Laura era incaricata di proteggere. L’uomo, capito il gioco dell’investigatrice, rinuncia al furto e, affascinato dalla donna, decide a sua insaputa di interpretare il ruolo del capo.
Il personaggio centrale della serie, Remington Steele, in primis ricopre un ruolo di facciata all’interno dell’agenzia, declinando a Laura e ai suoi collaboratori gli incarichi lavorativi, ma progressivamente “prende le sembianze” di questo uomo di fantasia e acquisisce sempre più dimestichezza e interesse verso l’attività lavorativa. Il suo vero nome non si saprà mai, in quanto lo stesso personaggio non lo sa davvero, e non farà in tempo a chiederlo nemmeno al padre ritrovato in punto di morte alla fine della serie (personaggio di Daniel Chalmers interpretato dal Efrem Zimbalist Jr., padre reale di Stephanie Zimbalist). Steele era un fan accanito di Humphrey Bogart: girava con 5 passaporti di 5 nazionalità differenti con 5 nominativi diversi, tutti che si rifacevano a personaggi interpretati da Bogart.
I 5 passaporti erano: Michael O’Leary, Irlanda, tratto da Tramonto (Dark Victory) del 1939; Richard Blaine, Australia, tratto da Casablanca del 1942; Douglas Quintaine, Inghilterra, tratto da Ed ora… sposiamoci! (Stand-In); Paul Fabrini, Italia, tratto da Strada maestra (They Drive by Night) del 1940; Jacques Murell, Francia, tratto da Carovana d’eroi (Virginia City) del 1940.
Personaggi
- Remington Steele: È il protagonista dello show. Ha una innata propensione a truffa e inganno che però mette al servizio dell’agenzia (la maggior parte delle volte). È inoltre un ladro esperto. Ha una conoscenza molto vasta della filmografia americana. In quasi ogni episodio cita un film (titolo, attori, produttore, anno di produzione e trama) che, in un modo o nell’altro, hanno a che fare con la situazione contingente.
- Laura Holt: È la coprotagonista dello show. È dotata di intuito e professionalità che sfrutta per risolvere i casi che si presentano.
- Mildred Krebs: Ispettore del fisco diventa segretaria dell’agenzia nella seconda stagione. Diventa immediatamente simpatica e necessaria grazie alle sue conoscenze sulla contabilità e la capacità di usare il computer. Non di rado la sua partecipazione è decisiva per risolvere i casi.
- Murphy Michaels: un buon investigatore che lavora per anni con Laura Holt. All’inizio della seconda stagione apre un’agenzia per conto suo.
- Bernice Fox: segretaria della prima stagione. Un po’ svampita ma simpatica. All’inizio della seconda stagione scappa con un musicista.
- Tony Roselli: personaggio avventuroso e in grado di rivaleggiare con Remington Steele per abilità e destrezza. Presente solo nell’ultima stagione.
- Daniel Chalmers: mentore di Remigton Steele che conosce fin da ragazzo. Compare più volte nella serie chiedendo aiuto al suo ex-allievo per organizzare un qualche tipo di inganno.
- Norman Keyes: l’unico antagonista ricorrente. È un detective molto dotato che lavora per le assicurazioni. Capisce quasi subito che Remington Steele nasconde qualcosa.
Programmazione
La serie è stata trasmessa in Italia con il titolo Mai dire sì sulle reti Mediaset (prima su Italia 1, successivamente su Canale 5 e infine su Rete 4). Nel 2004 è stata ritrasmessa in replica da Rai Uno (ma questa volta col titolo originale) e da La7 nel maggio/giugno del 2007, interrompendo improvvisamente la serie a metà della seconda stagione.
DETECTIVE IN COPPIA e amici…
New York New York |
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Titolo originale | Cagney & Lacey |
Paese | Stati Uniti d’America |
Anno | 1982-1988 |
Formato | serie TV |
Genere | poliziesco |
Stagioni | 7 |
Episodi | 125 |
Durata | 60 min |
Lingua originale | inglese |
Ideatore | Barbara Avedon e Barbara Corday |
Interpreti e personaggi | |
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Produttore | Filmways Pictures/CBS Television/Orion Television |
Prima visione | |
Prima TV originale | |
Dal | 25 marzo 1982 |
Al | 16 maggio 1988 |
Prima TV in italiano | |
Data | 1983 |
New York New York (Cagney & Lacey) è una serie televisiva statunitense andata in onda dal 25 marzo 1982 al 16 maggio 1988 sul canale televisivo degli Stati Uniti CBS. In Italia è stata trasmessa per la prima volta nel 1983 da Italia 1. In seguito fu spostata su Canale 5, venendo replicata anche da altri canali.
Serie appartenente al genere “police procedural”, New York New York ha come protagoniste le detective Christine Cagney (Sharon Gless), donna single in carriera, e Mary Beth Lacey (Tyne Daly), moglie e madre. Le due donne lavoravano al 14º Distretto di polizia di Manhattan.
All’origine della serie, esiste una film per la televisione del 1981, in cui il ruolo di Cagney fu interpretato da Loretta Swit. Costretta a rifiutare il ruolo nella serie televisiva a causa del contratto che la legava alla serie M*A*S*H, la sua parte fu quindi offerta a Meg Foster, che interpretò Christine per i primi sei episodi. Quando la serie fu confermata per la stagione 1982-1983, Sharon Gless prese il posto della Foster, ritenuta troppo “aggressiva” nell’interpretazione e percepita dagli spettatori come lesbica.
I manager della CBS volevano comunque una rappresentazione meno “femminile” del personaggio di Cagney, così chiesero agli autori di trasformarlo da donna dura e arguta della classe lavoratrice media in una donna snob e di famiglia benestante. I produttori, Barney Rosenzweig e Barbara Corday, rifiutarono il cambiamento facendo di Christine uno dei personaggi televisivi più popolari degli anni ’80.
Alla fine della prima stagione, la serie venne cancellata dalla CBS a causa dei bassi ascolti, ma in seguito ad una campagna organizzata dal produttore Barney Rosenzweig, alla quale migliaia di spettatori risposero con lettere di protesta al canale televisivo, lo show tornò in tv. Nella stagione 1983-1984, la serie entrò tra i 10 programmi più visti. Tra il 1982 e il 1988, ricevette 36 nomination agli Emmy, vincendone 14 (tra cui 4 premi a Tyne Daly, 2 a Sharon Gless e 2 come Migliore Serie Drammatica nel 1985 e nel 1986) e 13 nomination ai Golden Globe (con una sola statuetta per Sharon Gless nel 1986).
Il produttore Barney Rosenzweig fu influenzato dal movimento femminista da quella che allora era la sua compagna, Barbara Corday. Barbara gli consigliò di leggere il libro From Reverence to Rape di Molly Haskell. Dopo aver saputo dall’autrice del libro che non era mai stato realizzato un buddy film con due protagoniste donne, Rosenzweig cercò quindi di realizzarne uno, sul genere della commedia, inizialmente intitolata Newman & Redford, titolo che poi fu cambiato per questioni legali. La sceneggiatura fu scritta quindi da Avedon & Corday. Dato che nessuno studio cinematografico si dimostrò interessato a produrre il film, Rosenzweig iniziò a considerare di realizzarlo per la televisione. Così il produttore cambiò tutta la trama, lasciando intatto solo lo sviluppo dei personaggi, e fece richiesta a molti netowork televisivi, tra i quali solamente la CBS accettò di produrre la serie.
I titoli di testa della prima stagione sono accompagnati dalla sigla “Ain’t That the Way” di Michael Stull, cantata da Marie Cain, e mostra prima le due protagoniste vestite da detective, poi mascherate da prostitute. Nelle stagioni successive, il pezzo fu sostituito da una sigla strumentale composta da Bill Conti, dove venivano mostrate una serie di scene d’azione alternate a scene comiche, che presentavano i personaggi della serie.
Starsky & Hutch |
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Titolo originale | Starsky & Hutch |
Paese | Stati Uniti d’America |
Anno | 1975-1979 |
Formato | serie TV |
Genere | poliziesco, azione |
Stagioni | 4 |
Episodi | 93 |
Durata | 48 min |
Lingua originale | inglese |
Regia | Paul Michael Glaser, David Soul, Don Weis, George McCowan e molti altri |
Soggetto | William Frederick Blinn Ryan Matthew Blinn |
Interpreti e personaggi | |
Musiche | Jack Elliott, Allyn Ferguson, J.A.C. Redford, Shorty Rogers, Lalo Schifrin, Tom Scott, Alan Silvestri, Mark Snow |
Produttore | Aaron Spelling Leonard Goldberg |
Prima visione | |
Dal | 30 aprile 1975 |
Al | 15 maggio 1979 |
Prima TV in italiano | |
Dal | 15 marzo 1979 |
Al | 4 luglio 1984 |
Starsky & Hutch è una serie televisiva degli anni settanta, prodotta da Aaron Spelling e Leonard Goldberg, andata in onda sulla rete statunitense ABC tra il 30 aprile 1975 e il 15 maggio 1979.
In Italia è stata trasmessa su Rai 2 a partire dal 15 marzo 1979, il giovedì sera alle 20.40.
Protagonisti sono due poliziotti molto diversi per temperamento e stile di vita ma uniti da una grande amicizia, in servizio presso la nona Stazione di Polizia di Bay City, fittizia città posta nel sud della California. La sede della Stazione di Polizia è nell’attuale sede del Maritime Museum di Los Angeles, denominata “San Pedro Municipal Building” ovvero “San Pedro’s City Hall” (638 S. Beacon Street).
- David Michael Starsky (Paul Michael Glaser) è il poliziotto di strada, riccioli neri e andatura dinoccolata, giunto all’Accademia di Polizia dopo un’infanzia difficile (ha dovuto occuparsi della madre e del fratello minore dopo l’assassinio del padre) e l’esperienza della guerra in Vietnam. Disordinato, arruffato, impulsivo, si nutre esclusivamente nei fast food e non si separa mai dall’automatica Smith & Wesson modello 59 calibro 9 nascosta sotto il giubbotto di pelle marrone, a volte rimpiazzato da un cardigan di lana bianco, grigio e nero. Inseparabili sono anche le scarpe sportive di colore celeste con strisce bianche marca Adidas modello “Vintage SL 76”, (oggi ancora in vendita) che calza negli episodi delle prime stagioni televisive. Guida una fiammante Ford Gran Torino del 1975 rossa con strisce bianche di cui è molto geloso e che nel tempo è diventata un’auto di culto per gli amanti della serie ed uno dei caratteri salienti.
- Kenneth Hutchinson “Ken Hutch” (David Soul) è invece figlio di un imprenditore, ed è entrato in accademia dopo aver abbandonato gli studi al college. Riservato, timido, intuitivo, a volte quasi intellettuale nonostante il poderoso revolver “Colt Python 357 Magnum” calibro .357 Magnum e canna da 6″, che brandisce contro i criminali, segue diete macrobiotiche, anche se non disdegna il cibo dei fast food, e si allena per restare sempre in forma. In molti episodi lo si vede alla guida di una Ford Galaxie 500 del 1973, piuttosto malmessa.
Nella serie hanno un ruolo determinante altri due personaggi:
- Lo scontroso capitano Harold Dobey (Bernie Hamilton), che soltanto nell’episodio pilota viene interpretato dall’attore Richard Ward
- L’informatore Huggy Bear interpretato da Antonio Fargas, proprietario di un bar denominato “The Pits” (“Le fosse”), nei bassifondi cittadini e sempre al corrente di tutti i traffici illeciti della città.
Buona parte delle riprese sono state girate a Los Angeles, in particolare nei quartieri Century City, Venice Beach, Pico Boulevard, Beacon Street, San Pedro. Soltanto dalla seconda serie e sino al termine della quarta gli uffici della stazione di Polizia dove prestano servizio i due protagonisti è ambientata presso l’attuale sede del San Pedro Municipal Building. Tuttavia, la serie è ambientata nell’immaginaria città di Bay City.
Dall’episodio pilota (mai doppiato in lingua italiana) sono state estrapolate alcune immagini che serviranno, successivamente e insieme ad altre, a creare la sigla iniziale (The Starsky & Hutch Theme, resa poi nota anche dal James Taylor Quartet, ma in realtà composta dal sassofonista Tom Scott) degli episodi di tutte le quattro stagioni televisive. Il tema musicale della prima e terza stagione tuttavia, più drammatico e tipicamente “da poliziesco”, è di Lalo Schifrin. Tom Scott invece crea invece le sigle della seconda e quarta stagione.
Durante le riprese, in particolare nelle scene ad alto rischio, entrambi gli attori protagonisti sono stati sostituiti da controfigure, rispettivamente dagli stuntman Charlie Picerni e Gary Epper.
Nel corso degli anni la coppia incontra anche numerose guest star, tra cui: Melanie Griffith, Jeff Goldblum, Danny DeVito, Goldie Hawn, Ed Begley Jr., Lynda Carter, Joan Collins, Norman Fell, Philip Michael Thomas, Edward James Olmos, John Ritter, Suzanne Somers, Kim Cattrall.
L’ambientazione nei quartieri malfamati, l’ironia dei testi e il forte sentimento di amicizia tra i due protagonisti sono gli elementi che maggiormente hanno contribuito al successo della serie. A partire dalla terza stagione, gli sceneggiatori diminuirono le scene d’azione a favore di contenuti più sentimentali a causa della crescente preoccupazione per gli eccessi di violenza in televisione, contribuendo al rapido declino di popolarità della serie. La successiva decisione da parte dell’attore Paul Michael Glaser di abbandonare le riprese durante la quarta stagione, mise la parola fine alla serie.
La Ford Gran Torino
Oltre ai due poliziotti, c’è anche una “terza protagonista”, ovvero l’auto di Starsky, una Ford Gran Torino rossa con una striscia bianca che va da un lato all’altro dell’auto passando per il tetto, sulla quale i due agenti prestano servizio. Oltre a questo elemento significativo della carrozzeria, l’auto aveva anche cerchi in alluminio fuoriserie Ansen Sprint da 15″, era targata California 537 ONN (nell’episodio pilota però, si nota apparentemente che l’auto è invece targata California 849 ASB), dotata di radio CB Motorola “Micor” e chiamata in codice “Zebra 3”. Nell’episodio “Tempesta di neve” viene soprannominata “pomodoro a strisce”. Gli inseguimenti con sgommate, testacoda e burnouts sono degno complemento di ogni episodio. C’è un piccolo particolare: la stessa auto Ford Gran Torino rossa con la striscia bianca ai lati e senza la targa era apparsa anche in un episodio dal titolo Slot machine, della prima stagione della serie TV Hazzard, e al volante c’era proprio Cooter Davenport, interpretato da Ben Jones. Un’altra peculiarità da sottolineare è che inizialmente alla produzione e soprattutto a Starsky e Hutch era destinata una Chevrolet Camaro del 1975 verde con striscia bianca, anche se poi il destino ha voluto che i due sfrecciassero per le strade di Bay City a bordo di una Gran Torino rossa.
Attenti a quei due |
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Titolo originale | The Persuaders! |
Paese | Regno Unito |
Anno | 1971-1972 |
Formato | serie TV |
Genere | avventura, azione, commedia |
Stagioni | 1 |
Episodi | 24 |
Durata | 50 min |
Lingua originale | inglese |
Rapporto | 4:3 |
Crediti | |
Interpreti e personaggi | |
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Fotografia | Tony Spratling |
Produttore | ITC |
Prima visione | |
Prima TV originale | |
Dal | 17 settembre 1971 |
Al | 25 febbraio 1972 |
Rete televisiva | ITV |
Prima TV in italiano | |
Dal | 13 gennaio 1974 |
Al | 19 settembre 1981 |
Rete televisiva | Rete 1 |
Attenti a quei due (The Persuaders!) è il titolo di una serie televisiva britannica ideata e prodotta nel 1970-1971 da Robert S. Baker e trasmessa nel 1971-1972 in una sola stagione di 24 episodi dalla rete televisiva ITV (negli Stati Uniti fu invece distribuita, all’incirca nello stesso periodo, dal network ABC).
La serie gioca sulla forte diversità dei due personaggi, rivali e amici impegnati in scanzonate avventure ambientate attraverso l’Europa, tra belle donne, automobili di lusso e fine humour inglese.
Il titolo originale era The Friendly Persuaders, ma il “Friendly” venne eliminato prima che la serie raggiungesse la televisione.
La serie si caratterizzò ai tempi per il budget altissimo, 100.000 sterline del tempo. I ruoli dei due protagonisti furono affidati a due star del calibro di Tony Curtis (la cui carriera cinematografica era in declino dopo i fasti degli anni cinquanta), nel ruolo del milionario statunitense Daniel Wilde e di Roger Moore (reduce da un decennale successo come Simon Templar nella serie Il Santo – The Saint), qui nei panni del pari inglese Lord Brett Sinclair.
Di Attenti a quei due rimane celebre anche il motivo musicale della sigla, uno dei più famosi e riconoscibili della storia televisiva, composto da John Barry, già autore delle musiche dei film di James Bond, che utilizzò uno strumento di origine araba, il Qanun.
La precipitosa chiusura della serie, di cui infatti non esiste un episodio conclusivo, fu determinata da numerose concause mai completamente chiarite. La principale fu lo scarso successo che ottenne negli Stati Uniti (a fronte di ascolti record in Europa), forse dovuto alle sue caratteristiche, per quei tempi fin troppo innovative e ironiche per il pubblico statunitense; a questo si aggiunse la volontà di Roger Moore di vestire i panni di James Bond.
Nel corso del 2004 è uscita in 12 DVD la versione rimasterizzata con le scene eliminate nell’edizione originale italiana e audio italiano e inglese (ma il titolo nella sigla non è quello italiano come nei master per la tv).
Trama
Daniel Wilde e Brett Sinclair si incontrano per la prima volta in Costa Azzurra, dove entrambi sono giunti dopo aver ricevuto un misterioso invito. Inizialmente non provano simpatia l’uno per l’altro, rivaleggiando prima lungo le strade della Riviera a bordo delle loro rispettive lussuose automobili, e la sera stessa affrontandosi a suon di pugni in un locale notturno, che danneggiano gravemente dopo una lunga zuffa (iniziata a seguito di una disputa riguardo al giusto numero di olive da mettere nel creole cream). Condotti da Fulton, un giudice in pensione che è colui che li ha invitati in Costa Azzurra e che intende affidare loro un incarico sotto copertura, Wilde e Sinclair accettano di aiutare l’anziano uomo di legge, anche per evitare l’alternativa di dover scontare una detenzione di novanta giorni per i danni provocati al nightclub durante la rissa. La missione affidata da Fulton (così come le successive che i due affronteranno) è ai margini della legalità, ma giustificata dallo scopo di combattere il crimine. I due saranno coinvolti in avventure rocambolesche, mai realmente cruente, con situazioni di pericolo sempre pervase di un sottile umorismo. In realtà, malgrado il “ricatto” cui sono sottoposti (o collaborano, o vanno in prigione), tra la coppia e il giudice si creerà un legame di solidale, benché ruvida, amicizia.
Anche il rapporto tra Wilde e Sinclair è piuttosto contrastato, ma sostanzialmente improntato a uno scanzonato antagonismo e a un’amabile presa in giro reciproca. Le scaramucce fra i due sono, infatti, uno degli aspetti più gustosi della serie. In sostanza, essi rappresentano due modi di vivere completamente diversi e stridenti fra loro: quello inglese della Vecchia Europa e quello statunitense. Questa contrapposizione di stili è il pretesto per sottolineare il particolare legame di eterni amici/nemici tra il raffinato nobile inglese e lo spigliato e arricchito statunitense. Entrambi conoscono e amano il lusso, ma lo concepiscono in modi opposti: basta osservare l’abbigliamento sportivo ma chiassoso di Danny Wilde, contrapposto alla ricercata eleganza di Lord Sinclair, i cui abiti di scena furono disegnati dallo stesso Roger Moore. Una tale complementarità, tuttavia, come sottolineato più volte dallo stesso giudice Fulton, risulta indispensabile ai fini delle “indagini” in cui i due si ritroveranno invischiati; Daniel, infatti, pur essendo bravo anche a far finta di essere altre persone, tende forse a essere più un uomo d’azione – ad esempio, è molto abile con la spada, al punto da riscuotere lo stupore e l’ammirazione di un ramo della famiglia reale russa – mentre Brett risulta bravo nell’uscire da situazioni spiacevoli attraverso la diplomazia e la cortesia formale.
I luoghi dell’azione sono collocati esclusivamente in Europa, in ambienti solitamente lussuosi e raffinati, come la Costa Azzurra, Roma, Parigi, Stoccolma, Londra o la ricca campagna inglese. Il comportamento di Wilde e Sinclair è tutt’altro che professionale nella ricerca della soluzione dei casi che i due si trovano a fronteggiare, ma, grazie alla brillantezza e al fascino che entrambi sanno esercitare, i due riescono sempre a cavarsela. Seduttori impenitenti, trovano il tempo e l’occasione per corteggiare e sedurre le belle ragazze che conoscono nel corso delle loro avventure.
È da notare come non esista, in realtà, una consequenzialità tra gli episodi (se si esclude ovviamente il primo, originalmente intitolato Ouverture e sbarcato poi in Italia con il titolo È stato un piacere conoscerti e picchiarti); inoltre, la premessa su cui si fonda la serie – cioè la missione affidata ai due dal giudice Fulton – è inconsistente nel succedersi delle puntate. Molti episodi iniziano, infatti, con scambi di persona e altre circostanze casuali, che portano Wilde e Sinclair a trovarsi coinvolti in nuove avventure; quasi a indicare come i due, a prescindere dal “ricatto” del giudice, siano ormai comunque diventati abbastanza amici da aiutarsi sempre l’un l’altro, ignorando il pericolo, in tutte le situazioni spinose che si presentano nel corso della serie.
Curiosità
- Nell’episodio “La Granduchessa di Ozerov” viene enunciato il nome completo di Lord Brett Sinclair: Brett Rupert George Robert Andrew Sinclair, Conte di Marnock.
- In alcuni episodi, presumibilmente quelli girati verso la fine del 1971, i capelli di Tony Curtis diventano gradualmente bianchi. Questo probabilmente perché Curtis, nei primi episodi della serie, aveva i capelli tinti. È poco probabile che nel lasso di tempo relativamente breve della produzione (neanche un anno e mezzo) i capelli di Curtis siano passati dallo scuro dei primi episodi al grigio degli ultimi girati.
- Tony Curtis ha girato buona parte delle scene senza l’aiuto di stuntman.
- L’episodio Five Miles to Midnight è rimasto inedito fino all’acquisto dei diritti italiani da parte della Yamato Video, motivo per cui non ha titolo italiano e soprattutto doppiaggio. A differenza di vari piccoli tagli di cui spesso è difficile comprendere la ratio, in questo caso l’episodio fu certamente accantonato perché riproduceva, come tutta la produzione inglese del tempo, un’Italia stereotipata e dominata dalla mafia, con poliziotti incompetenti, nomi di persone assurdi, contadini rozzi e in un paio di casi automezzi (un furgone e un camion) risalenti a decine di anni prima, come a sottolineare l’arretratezza dell’Italia.
- “Una giungla di spie” è ambientato in Italia, ma nel doppiaggio nella nostra lingua si vuol far credere che Brett e Danny si trovino in Spagna. Quando l’episodio fu trasmesso dalla RAI, tutte le scene in cui comparivano chiari riferimenti all’Italia, vennero tagliati o coperti con altre inquadrature.
- In ogni puntata Tony Curtis indossa dei guanti (neri, panna, a mezze dita, a rete, da guida), non solo in occasioni per le quali essi avrebbero avuto un senso concreto (guida, cautela per evitare di lasciare impronte digitali, freddo, ecc.), ma anche in momenti assolutamente inopportuni, come per esempio in estate oppure, addirittura, in discoteca (episodio Incominciò per giuoco).
- Non mancano divertenti autocitazioni, molto frequenti nelle produzioni angloamericane. Nell’episodio Incominciò per giuoco ed in “La Granduchessa di Ozerov” (18′ 24″ e 47′ 04″) Tony Curtis a un certo punto si rivolge a Roger Moore, chiamandolo 007 e sempre nell’episodio “Incominciò per gioco” (21′ 35″), davanti ad uno specchio riflettente, Wilde apostrofa Sinclair dicendo che somiglia a Roger Moore. Nell’episodio Milord in pericoloWilde chiede a Sinclair se vedesse mai in TV la serie Attenti a quei due (40′ 50″) e alla risposta positiva del lord inglese dice che, per l’appunto, devono cominciare a stare attenti. Nell’episodio “Una ragazza che sapeva troppo” (20’44”) alla frase «Mr. Koestler è un ornitologo di fama internazionale» lord Brett Sinclair risponde «Io ho una reputazione simile», chiaro riferimento all’origine del nome James Bond, la cui idea Ian Fleming trasse da un libro del noto ornitologo. Nell’episodio Eventi a catena una valigetta contiene tutti i romanzi di James Bond. Inoltre ci sono due citazioni del passato di Tony Curtis come mago Houdini: in un episodio fa trucchi da prestigiatore con le carte e Roger Moore risponde che gli ha visto fare moltissime volte questi trucchi e non si entusiasma più, nell’episodio La granduchessa Ozerov si toglie le manette senza alcuna difficoltà per prendere un sigaro nella tasca di Roger Moore, anch’egli ammanettato.
- Nell’episodio “L’aquila di bronzo”, Danny Wilde esce dalla doccia e risponde al telefono dicendo: “No, qui non c’è nessuno Schwartz!”. Bernard Schwartz è il vero nome di Tony Curtis.
- In “Milord in pericolo” compare anche l’attrice Lois Maxwell (33′ 16″), che ha impersonato miss Moneypenny sin dal primo film di James Bond, con Sean Connery prima e Roger Moore dopo, per complessivi 14 film di 007. Inoltre durante l’intera serie compaiono attori che hanno ruoli di primo ordine nella filmografia di James Bond Bernard Lee (M) e Geoffrey Keen (Frederick Gray, ministro della difesa).
- Nella serie viene usata una Aston Martin DBS, che era stata già guidata da James Bond nel film Agente 007 – Al servizio segreto di Sua Maestà.
- La foto di Brett Sinclair da bambino che appare nella sigla, in realtà è una foto del figlio di Roger Moore, Geoffrey Moore.
- La fotografia che Danny osserva nell’episodio “Al mio bel castello” fa parte dell’album privato di Roger Moore e lo raffigura con la moglie Luisa e i due figli Deborah e Geoffrey.
- In Italia, tra l’agosto 1975 ed il maggio 1977, fu pubblicato un fumetto dedicato alle avventure di Danny Wilde e Brett Sinclair, intitolato, ovviamente, Attenti a quei due. La pubblicazione, con cadenza trimestrale al prezzo di 300 lire a numero, era della Editrice Cenisio, che aveva sede in via Jacopo della Quercia 14 a Milano.
- La colonna sonora dell’inseguimento della prima puntata, stranamente non è contenuta nell’LP della colonna sonora della serie televisiva “The persuaders” di John Barry, ma nell’album di Jackie Trent “Two for the show” (SCX6532-1972) ed il titolo è “Gotta get away”.
- Negli anni successivi alla realizzazione della serie, visto il clamoroso successo in Europa, sette coppie di episodi vennero rimontate e distribuite nei cinema come film – operazione con evidenti fini esclusivamente commerciali in quanto al pubblico non veniva previamente comunicato che in realtà era l’unione di due episodi già trasmessi dalla tv e del tutto scollegati tra loro – con i titoli (l’elenco è stato redatto tenendo conto delle locandine dei rispettivi film, reperite sulla rete):
- Che coppia ….quei due
- Qui Montecarlo…attenti a quei due
- Operazione Costa Brava
- Attenti a quei due…l’ultimo appuntamento
- Attenti a quei due…chiamate Londra
- Attenti a quei due…ancora insieme
- Operazione Ozerov…attenti a quei due
- La musica di sottofondo, utilizzata nella scena in discoteca (dal minuto 14.52 in poi) nell’episodio 15 Element of Risk, è la stessa identica di quella utilizzata nell’episodio 10 Angie Angie quando, sempre in una discoteca, Daniel incontra dopo tanti anni l’amico Angie.
- C’è molta speculazione circa la relazione professionale tra Roger Moore e Tony Curtis dentro e fuori dal set. Nella sua autobiografia Second Act, Joan Collins ha descritto con precisione come non andassero d’accordo quando lei fu guest star in un episodio. Fa riferimento al brutto carattere di Curtis quale ragione per la quale sul set dell’episodio “Cinque miglia a mezzanotte (“Five Miles to Midnight” titolo originale) c’era un clima teso. Il regista dell’episodio Val Guest, in una intervista del 2005 al British Film Institute, ha confermato il giudizio della Collins. Sì, fu molto divertente girare Attenti a quei due, nonostante Tony Curtis. [risata] Vi racconterò una storiella divertente in merito: “Tony faceva uso di marijuana, e io ero solito dirgli Va e fumatene un po’, perché si lamentava sempre di qualcosa, e, un giorno, stavamo girando sulla Croisette, a Cannes, e avevamo delimitato il set, e c’era della folla tutta intorno a noi a guardarci, e Tony Curtis venne per girare la sua scena e continuava a rivolgersi al personale dei costumi dicendo, “Non fate questo, e avreste dovuto fare quello… e a Hollywood sareste stati licenziati….” e il caro Roger Moore andò da lui, lo prese per i baveri della giacca, lo guardo diretto negli occhi e disse, “E pensare che queste labbra una volta hanno baciato Piper Laurie”. [risata] bene, tutta la Croisette e il personale di scena si piegò dalle risate, e, devo dire, anche Tony dovette ridere. Ma ci chiesero di fare un’altra stagione… prendemmo il premio quell’anno per la migliore serie TV, e penso che la fosse, e volevano continuare, e mi ricordo Roger Moore disse, “Con Tony Curtis, mai più in vita mia”, e diventò James Bond, e fece bene. — Val Guest, regista Nella sua autobiografia, Still Dancing, Lew Grade nota che i due attori “non andavano così tanto d’accordo”, a causa di differenti etiche sul lavoro. Secondo l’autobiografia di Roger Moore, l’uso di cannabis da parte di Curtis era così intenso che la fumò persino davanti a un poliziotto mentre stavano girando al 10 di Downing Street. Nonostante le affermazioni di terzi, Curtis and Moore hanno però sempre affermato che ebbero un amichevole rapporto di lavoro. Moore disse: “Tony e io avemmo un buon rapporto dentro e fuori dal set, siamo due persone molto differenti, ma condividiamo un senso dell’humour”. In un’intervista del 2005, Curtis si riferì a Moore con affetto e affermò che non avrebbe partecipato a un remake di Attenti a quei due senza Moore.
Ellery Queen |
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Titolo originale | Ellery Queen |
Paese | Stati Uniti d’America |
Anno | 1975-1976 |
Formato | serie TV |
Genere | poliziesco |
Stagioni | 1 |
Episodi | 22 + episodio pilota (90 min) |
Durata | 45 min |
Lingua originale | inglese |
Rapporto | 1,33: 1 |
Crediti | |
Ideatore | Richard Levinson e William Link |
Interpreti e personaggi | |
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Produttore | Richard Levinson e William Link |
Prima visione | |
Prima TV originale | |
Dal | 23 marzo 1975 |
Al | 4 aprile 1976 |
Rete televisiva | NBC |
Prima TV in italiano | |
Dal | 29 aprile 1978 |
Al | 1979 |
Rete televisiva | Rai 1 |
Opere audiovisive correlate | |
Originaria | The Adventures of Ellery Queen (1950-1952) The Further Adventures of Ellery Queen (1958-1959) |
Ellery Queen è una serie televisiva poliziesca statunitense, ideata nel 1974 da Richard Levinson e William Link trasmessa dall’emittente statunitense NBC dal 1975 al 1976.
La prima apparizione in Italia è avvenuta nel 1978 sui canali della RAI.
In precedenza venne realizzato un episodio pilota dal titolo Ellery Queen: Don’t Look Behind You per una serie su Ellery Queen il cui protagonista avrebbe dovuto essere Peter Lawford. L’episodio venne trasmesso negli Stati Uniti nel 1971 e, tra i protagonisti, vi recitò l’attrice hollywoodiana Coleen Gray.
Produzione
La serie è composta da 23 episodi, compreso il pilota, ed è tratta dai racconti polizieschi firmati Ellery Queen: pseudonimo con cui erano conosciuti i due scrittori Frederic Dannay e Manfred B. Lee.
Gli autori della serie, noti anche per aver ideato Mannix, Colombo e La signora in giallo, riadattarono alcuni dei racconti brevi compresi nelle raccolte più famose dei due scrittori, in particolare Le avventure di Ellery Queen.
A interpretare il protagonista fu Jim Hutton (il padre del più famoso Timothy), mentre l’ispettore Richard Queen, padre di Ellery, fu interpretato dal caratterista David Wayne. Personaggi di contorno sono: il fidato sergente Thomas Velie (Tom Reese), braccio destro dell’ispettore Queen; il conduttore di gialli radiofonici, nonché investigatore dilettante, Simon Brimmer (John Hillerman); il giornalista Frank Flannigan (Ken Swofford).
In ciascun episodio compaiono celebri attori cinematografici statunitensi e britannici, che ricoprono il ruolo di guest star, nel ruolo di indiziati. Sono da ricordare, fra le altre, le partecipazioni di Ray Milland, Kim Hunter, Farley Granger, Joan Collins, Dean Stockwell, Eva Gabor, Dick Van Patten, Dorothy Malone, Larry Hagman, Rhonda Fleming, Cesar Romero, Sal Mineo, Donald O’Connor, Tom Bosley, George Burns, Eve Arden, Susan Strasberg, Ida Lupino, Don Ameche, Howard Duff, Tab Hunter, Signe Hasso, Stuart Whitman, Mel Ferrer, Dana Wynter, Troy Donahue, Vincent Price, Vera Miles, Forrest Tucker, Juliet Mills.
Ambientazione
Ambientata nei primissimi anni del Secondo Dopoguerra, la serie ripete pedissequamente lo schema dei racconti gialli di Ellery Queen: lo spettatore viene messo a conoscenza di tutti i fatti e gli indizi utili a scoprire il colpevole e, prima dell’ultima scena, l’investigatore si rivolge al pubblico e lo sfida a risolvere il caso. Come da tradizione del giallo vecchio stile (ad es. Hercule Poirot nei romanzi di Agatha Christie), Ellery Queen raduna tutti i sospettati in una stanza e alla fine svela il nome dell’assassino.
Nonostante il successo di pubblico, la serie durò una sola stagione. La morte di Hutton nel 1979 mise la parola fine al ventilato progetto di produrre una nuova serie di episodi.
Quarta parete
A differenza di tutti i film e telefilm polizieschi/investigativi, quasi alla fine di ogni episodio, prima di rivelare il nome del colpevole di turno, il personaggio di Ellery Queen si rivolgeva direttamente alla telecamera e quindi al pubblico televisivo (infrangendo in questo modo la quarta parete) chiedendo se, considerati tutti gli indizi e i comportamenti dei sospettati, lo spettatore avesse individuato il colpevole.
DETECTIVE IN TEAM…
Charlie’s Angels |
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Titolo originale | Charlie’s Angels |
Paese | Stati Uniti d’America |
Anno | 1976-1981 |
Formato | serie TV |
Genere | poliziesco, azione |
Stagioni | 5 |
Episodi | 118 + episodio pilota |
Durata | 48 min (episodio) 90 min (pilota) |
Lingua originale | Inglese |
Ideatore | Ivan Goff, Ben Roberts |
Interpreti e personaggi | |
Produttore | Aaron Spelling, Leonard Goldberg |
Casa di produzione | Spelling/Goldberg Productions |
Prima visione | |
Prima TV originale | |
Dal | 22 settembre 1976 |
Al | 24 giugno 1981 |
Prima TV in italiano | |
Dal | 11 ottobre 1979 |
Al | 1983 |
(EN)« Once upon a time there were three little girls who went to the Police Academy… » | (IT)« C’erano una volta tre ragazze che frequentavano l’Accademia di Polizia… » |
(Charlie Townsend) |
Charlie’s Angels è una serie televisiva prodotta da Aaron Spelling e Leonard Goldberg, andata in onda dal 1976 al 1981 sul canale statunitense ABC. Ne sono stati trasmessi 118 episodi, preceduti da un film-pilota andato in onda sei mesi prima dell’inizio effettivo della serie (21 marzo 1976).
I tre “angeli” della prima stagione sono Sabrina Duncan (interpretata da Kate Jackson), Jill Munroe (Farrah Fawcett) e Kelly Garrett (Jaclyn Smith). Nelle stagioni successive, con l’abbandono di Farrah Fawcett alla fine della prima stagione e di Kate Jackson alla fine della terza, i loro personaggi verranno sostituiti da Kris Munroe (la sorella di Jill, interpretata da Cheryl Ladd), e Tiffany Welles (Shelley Hack), che sarà presente solo nella quarta stagione, e poi sostituita da Julie Rogers (Tanya Roberts) presente solo nell’ultima stagione. Fawcett tornerà in qualche episodio, nella terza e quarta serie, ma solo come guest star.
Jaclyn Smith è stata l’unica attrice a recitare in tutte le stagioni della serie insieme a David Doyle, interprete del personaggio di John Bosley, assistente di Charlie e tramite tra lui e gli “angeli”.
L’idea di Charlie’s Angels fu proposta alla ABC nel 1975 ma fu rifiutata dall’allora produttore esecutivo Barry Diller. L’uomo riteneva che tre donne bellissime alle prese con criminali di ogni specie non fossero credibili e bollò l’idea come «terribile». Solo nel 1976, quando Fred Silverman successe a Diller, essa divenne realtà.
In pre-produzione, il titolo scelto per Charlie’s Angels fu originariamente The Alley Cats (t.l. I gatti randagi) e gli Angeli si chiamavano Allison (Al), Lee e Catherine (Cat), ma Kate Jackson – la prima attrice del trio ad essere stata scelta, grazie alla sua interpretazione di Jill Danko nella serie tv A tutte le auto della polizia (The Rookies) – suggerì ai produttori di chiamare le ragazze “angeli” e non “gatti”. Sempre la Jackson propose agli autori di non svelare al pubblico l’identità di Charlie e di celarla anche alle tre detective che venivano istruite sui casi attraverso la voce dell’uomo, proveniente da un amplificatore telefonico. Anche il nome del protagonista venne ridiscusso. All’origine pensato come Harry, fu modificato in Charlie per evitare di intitolare la serie Harry’s Angels, ed eludere il rischio di generare confusioni con la serie televisiva Harry O, trasmessa negli stessi anni.
Kate Jackson fu reclutata in un primo momento per il ruolo di Kelly, ma in seguito l’attrice cambiò idea e scelse il ruolo di Sabrina, lasciando l’altro a Jaclyn Smith, l’unica attrice del gruppo a dover sostenere un provino, dato non aveva esperienze di rilievo nel campo della televisione e della recitazione (la Fawcett, al contrario, aveva già svolto brevi ruoli in alcune situation comedy e girato alcuni spot pubblicitari, anche se fu scelta soprattutto per merito del suo ruolo di Holly nel film di Michael Anderson, La fuga di Logan).
Serie poliziesca «in cui […] l’intreccio “giallo” perde valore rispetto ad altri componenti più spettacolari (la violenza espressionistica, le imprese rischiose) o più pruriginose (il sesso)», «Charlie’s Angels basa la sua riuscita sull’introduzione di tre ragazze-detective in un genere caratterizzato per lo più da protagonisti maschi e su una messa in scena luminosa e patinata, come si addice alla tv degli anni ’70 […]. Charlie’s Angels rimane indicativo di un certo modo di concepire il racconto poliziesco in tv, con una successione di “funzioni” che si ritrova anche in altri molti casi:
- sigla d’apertura, che presenta le tre ragazze e memorizza la loro provenienza;
- antefatto che mostra il delitto e spesso anche il colpevole;
- chiamata delle investigatrici, attraverso la mediazione di Charlie e Bosley (esse non conoscono ovviamente il colpevole, il che permette di innestare il meccanismo della suspense);
- infiltrazione di uno degli Angeli tra i “cattivi”, che ne scoprono quasi subito l’identità;
- situazione di pericolo in cui si trova l’infiltrata (sviluppo della suspense, poiché lei è in pericolo e non lo sa);
- trappola che gli Angeli tendono al colpevole e che si accompagna quasi sempre al salvataggio di quella in pericolo ad opera degli altri Angeli;
- spiegazione finale, con battute scherzose fra i protagonisti e un freeze che ha la funzione di immobilizzare il tempo e quindi di preparare virtualmente il seguito.
La struttura principale delle storie (salvo rari casi) non è dunque quella del dépistage del poliziesco classico, ma quella, più tipica del modello d’avventura, dell’esca e della trappola. Quest’ultima funziona anche in virtù dell’avvenenza delle tre ragazze, le quali sono tuttavia tenute ben lontane da ogni esplicita implicazione sessuale. La loro è una femminilità del tutto astratta: da angeli, appunto. Tutta la dimensione del telefilm è fiabesca, con funzioni specificamente definite e rispettate, con la risposta implicita ad uno spettatore che voglia sentirsi raccontare sempre la solita storia».
In un articolo de La Stampa del 1980, in cui si analizzarono gli schemi narrativi delle serie televisive americane, Charlie’s Angels fu preso ad esempio come la serie più rappresentativa di quelle serie che avevano come base un «codice di comunicazione romantico» (da qui l’associazione tra Charlie e Giove nel titolo dell’articolo). Secondo Carlo Sartori, autore dell’articolo, «gli eroi [di questi telefilm] possiedono qualità particolari che gli consentono di rendersi conto, prima e più degli altri, della difficoltà dei problemi e creare così piani d’azione efficaci per intervenire sugli eventi. I tre “angeli” di Charlie’s Angels sono la materializzazione in gonnella, condita con un pizzico di sesso, di questo tipo di personaggi».
Gli episodi sono incentrati sull’attività di un’agenzia di investigazioni private, la Charles Townsend Investigations, per la quale lavorano tre giovani donne aiutate da un assistente. Il capo, Charlie, non compare mai in volto (in alcuni episodi se ne intravedono da dietro la testa e le braccia) e contatta gli “angeli” solo per telefono attraverso un amplificatore telefonico posto nell’ufficio. Nell’edizione originale la voce di Charlie è di John Forsythe.
Personaggi e interpreti
- Sabrina Duncan (stagioni 1-3), interpretata da Kate Jackson.
- Kelly Garrett (stagioni 1-5), interpretata da Jaclyn Smith.
- Jill Munroe (stagioni 1, 3-4), interpretata da Farrah Fawcett.
- Kris Munroe (stagioni 2-5), interpretata da Cheryl Ladd.
- Tiffany Welles (stagione 4), interpretata da Shelley Hack.
- Julie Rogers (stagione 5), interpretata da Tanya Roberts.
- John Bosley (stagioni 1-5), interpretato da David Doyle.
- Charlie Townsend (stagioni 1-5), con la voce di John Forsythe.
I ragazzi del computer |
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Titolo originale | The Whiz Kids |
Paese | Stati Uniti d’America |
Anno | 1983 |
Formato | serie TV |
Genere | azione, avventura |
Stagioni | 1 |
Episodi | 18 |
Durata | 45 min (episodio) |
Lingua originale | inglese |
Ideatore | Bob Shayne |
Interpreti e personaggi | |
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Montaggio | Fred J. Koenekamp |
Musiche | Paul Chihara, J.A.C. Redford |
Produttore | Philip DeGuere, Jr Joe Gannon (Produttori esecutivi) Bob Shayne (Produttore) Ellen Ring Jacobson(Editore) |
Casa di produzione | Universal TV |
Prima visione | |
Prima TV originale | |
Dal | 5 ottobre, 1983 |
Al | 2 giugno, 1984 |
Rete televisiva | CBS |
Prima TV in italiano | |
Dal | 1985 |
Al | 1990 |
Rete televisiva | Italia 1 |
I ragazzi del computer (titllo originale The Whiz Kids, in Italia conosciuto come 4 ragazzi X 1 computer) è una serie televisiva dei primi anni ottanta di 18 puntate prodotta e realizzata dalla CBS negli Stati Uniti d’America tra il 1983 ed il 1984.
Poiché non ebbe grande successo, venne cancellata dopo soli 18 episodi. La serie è chiaramente ispirata al film di culto Wargames – Giochi di guerra.
Trama
Durante tutta la serie TV, ambientata a Calabasas nei pressi di Los Angeles, si narra di un gruppo di teenager, il cui leader Richie Adler, vero genietto del gruppo, risolve brillantemente insieme ai suoi amici vari casi, dalle frodi bancarie e telematiche ad intrighi di varia natura. A dare una mano al gruppetto ci sono Llewellen Farley (giornalista) che fornisce loro informazioni per la risoluzione dei casi e spesso chiede in cambio storie da scrivere per i suoi articoli giornalistici e Neal Quin, un agente di polizia nonché cognato di Farley che a seguito delle indagini condotte, incastra di volta in volta i cattivi di turno.
Elemento centrale della serie è RALF, un computer assemblato da Richie con i componenti che il padre gli regala periodicamente. RALF è capace di pensare ed è dotato di sintesi vocale, di analizzatore lessicale, di una telecamera per il riconoscimento visivo nonché di un braccio robot: grazie a questi strumenti esso può ascoltare, comprendere e parlare con Richie.
Musiche
Le musiche di sottofondo sono prevalentemente musiche elettroniche, anche se non mancano alcuni adattamenti di pezzi di musica classica. Il motivo principale è un arrangiamento del primo movimento del Concerto per pianoforte e orchestra n. 21 di Mozart, da cui sono estratti diversi altri pezzi suonati nella serie (Mozart KV 545). Compaiono anche la sinfonia del Barbiere di Siviglia di Rossini, usata nell’episodio n. 17 e come motivo per sottolineare le scene più pericolose, ed il “tema d’amore” del poema sinfonico Romeo e Giulietta di Tschaikovsky, usata sempre nell’episodio n. 17 per sottolineare un momento romantico che coinvolge Richie.
Computer apparsi negli episodi
Negli episodi della serie compaiono diversi computer dell’epoca, tra cui:
- il computer portatile Gavilan SC
- il robot giocattolo HERO commercializzato da Heathkit
- i computer Apple II e Apple IIe
- l’IMSAI PCS 80/30 e l’IMSAI 8080, come parti di RALF;
- un dispositivo crittografico descritto come una macchina Enigma (episodio nº 12);
- un Dynalogic Hyperion (episodio nº 12);
- il TRS-80 Modello 100.
- Sinclair ZX-81.
Camei
Nella serie ci sono vari cameo di personaggi famosi; ad esempio, nel terzo episodio Deadly Access, andato in onda sulla CBS il 26 ottobre 1983 compare Andrew Jackson “AJ” Simon (Jameson Parker) della serie TV Simon & Simon. La visita di cortesia sarà ricambiata dal gruppo dei ragazzi nell’episodio cross-over di Simon & Simon che ha per titolo Fly the alibi skies – quinto episodio della terza stagione, andato in onda sulla CBS il 27 ottobre 1983.
Nell’episodio numero 5, andato in onda il 9 novembre 1983, dal titolo A chip off the old block riappare AJ Simon. Un episodio simile si rivede sulla serie Simon & Simon.