W la scuola della disciplina e del rigore! Kaputt al bullismo degli studenti verso i prof. ed i compagni!!!

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📰 Notizie sempre più agghiaccianti

ROMA – “Te faccio scioglie in mezzo all’acido, te mando all’ospedale professorè

LUCCA – “Professore, mettiti in ginocchio!

… e tanto altro ancora!

🆘️ È allarme bullismo: da Lucca a Venezia, da Chieti a Velletri…

Studenti, adolescenti, che si trasformano nelle classi in veri e propri aguzzini 🔗 dei loro insegnanti.

Tutto per pubblicare i video 📽 dei loro atti di forza sul web!

QUESTI SONO REATI E DEVONO ESSERE PERSEGUITI SENZA INDUGIO!
Bullismo, nuovo allarme dopo Lucca. A Velletri minacce in classe a professoressa: "Ti sciolgo nell'acido"

CHE FINE HA FATTO IL RUOLO DEL GENITORE E DELLA FAMIGLIA?  
Perché sono complici dei loro figli degeneri?

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🔴 È confermata la ‘debolezza’ del nucleo familiare, l’influenza dei genitori su molte decisioni che riguardano la vita dei figli è addirittura minore di quella che gli stessi adolescenti vorrebbero.

I ragazzi ritengono che i genitori dovrebbero influire di più sul look, sullo sport da praticare, sulla scuola da frequentare e sulla scelte del figlio.

Assenza di AUTOREVOLEZZA, un fatto molto grave!

Adolescenti senza modelli e punti di riferimento, i genitori totalmente ignorati dai figli e gli stessi genitori incapaci di far capire ai mocciosetti che sono loro che danno le regole senza consentirne alternative…

CHE FINE HA FATTO IL RUOLO DELLA SCUOLA E DEGLI INSEGNANTI?  
Perché sono incapaci di gestire i loro studenti degeneri?

 

ECCO LA SOLUZIONE: ritornare al passato con GIOVANNI GENTILE

Nella riforma gentiliana, risalente al Regio Decreto n. 2185/1923, l’impostazione dell’intero ciclo scolastico era, per molteplici aspetti, PERFETTA!

✔ Il ciclo unico elementare terminava all’età di 14 anni (ora potrebbe essere innalzata 16).

✔ L’anno scolastico durava dieci mesi!

✔ Le scuole erano separate in maschili e femminili: a queste ultime era aggiunto in tutte le classi il lavoro donnesco, e nel ciclo superiore l’economia domestica accompagnata da opportune esperienze.

✔ La classe sesta (l’attuale prima media) era l’ultimo anno del ciclo inferiore, ma aveva programmi e organizzazione comune (spesso in pluriclassi e maestro unico) con il ciclo di due anni (classe settima e ottava, l’attuale seconda e terza media).

✔ La Religione Cattolica era il  fondamento e il coronamento dell’istruzione elementare in ogni suo grado  ed era previsto il suo insegnamento per tutti gli 8 anni.

Per i primi due anni del ciclo inferiore (nelle classi quarta e quinta) era programmato un più intenso studio della religione: tradizione agiografica, morale e dogmi con riferimento al Vangelo, sacramenti e rito, principi della vita religiosa.

Non era previsto l’insegnamento di altre confessioni religiose e nemneno di corsi sostitutivi dell’orario di religione.

✔ Per le minoranze linguistiche, non riconosciute l’insegnamento di tutte le materie poteva essere esclusivamente in lingua italiana.

✔ L’accento era posto su canto, disegno interdisciplinare e ginnastica.

Erano previsti l’aritmetica elementare e il sistema metrico, la traduzione del dialetto, il dettato, letture e scritture (anche Vangeli e storia sacra), rudimenti di geografia, inni nazionali e poesie apprese a memoria, storia del Risorgimento.

Nei primi due anni era prevista una maggiore istruzione pratica: disegno applicato, educazione sanitaria ed elementi di scienze, letture per la vita domestica e sociale.
La geografia comprendeva nozioni sull’ordinamento centrale e locale dello Stato, geografia agricola ed economica, mercato del lavoro nei luoghi oggetto di flussi migratori interni.

✔ Vi era l’obbligo di seguire specifici corsi aggiuntivi che potevano essere liberamente scelti dagli studenti entro una rosa di materie programmate centralmente a livello nazionale, e finanziate dallo Stato per tramite dei Provveditorati.

I corsi a scelta erano: disegno applicato ai lavori; plastica; elementi di disegno per le arti meccaniche; nozioni ed esercizi elementari di apparecchi elettrici di uso domestico; agraria ed esercitazioni agricole; esercizi fondamentali di apprendistato in un’arte manuale; nozioni ed esercizi marinareschi; taglio e cucito; cucina ed esercizi della buona massaia; ricamo; nozioni e pratica di contabilità (ed era la scuola media!!!)
A questi potevano aggiungersi i corsi istituiti da comuni, provincie e privati.

🔘 Si rammenti:

  1. la sensibilità gentiliana, nella sua rigidità, si potrebbe definire il versante socioaffettivo del rapporto tra insegnante e studente;
  2. il carattere essenzialmente autoritario di questo rapporto;
  3. l’aspetto comunicativo-relazionale è in qualche modo prevaricato dalla dimensione culturale “dotta” insita nell’insegnamento, opposta a ogni forma di psicologismo.

Per quanto concerne il primo punto, una sola citazione: «Il maestro, che è maestro, non si ripete; ma si rinnova perennemente nello spirito dello scolaro. Vive, e perciò si fa, sempre diverso. Si fa, insieme col suo scolaro, egli e lo scolaro, uno stesso spirito»

La visione autoritaria ❗ del rapporto educativo, nonostante l’enunciazione della centralità dell’alunno nel contesto scolastico, ricorda l’affermazione gramsciana che l’adulto non può rinunciare al suo ruolo di adulto, quindi a una intenzionalità e a una direttività dell’educare.

«La Natura, la Terra, la Patria, i genitori e quant’altro (…) culmina idealmente nella storia (…): la moralità, l’arte, la religiosità, la cultura, la civiltà, il sapere», diventano l’unica retta via da seguire!

Realizzare una disciplina o realizzare una volontà-legge riconosciuta dagli scolari potrà essere dunque lo stesso che realizzare la propria volontà di maestro. La disciplina non è il dovere dello scolaro, anzi il dovere fondamentale del maestro. Così l’autorità del maestro e la libertà dell’alunno si identificano nell’unità dello spirito che il maestro realizza nell’unità della classe in grado eminente rispetto agli alunni che s’identificano con lui. Si ha quindi una forma di fascinazione attorno alla quale vi deve essere l’autorità del docente.

Vivere una stessa cultura: “il maestro che parla, non pensa ad altro che a ciò di cui parla; è tutto raccolto in quel pensiero,”

Il docente è prima di ogni altra cosa un uomo di cultura 🎓. Chi veramente sa (ossia, conosce), per Giovanni Gentile, è automaticamente capace anche di insegnare, e le sue potenzialità culturali e umane potranno essere perfezionate non certamente con la conoscenza di un metodo didattico, ma piuttosto con l’arricchimento personale e professionale derivante dall’esperienza stessa dell’insegnare.

📚 La riforma Gentile, LA VIA PER LA RISOLUZIONE DEI PROBLEMI DEI GIOVANI, che diventa, anche OGGI, un progetto tutto da costruire… che nasce e matura dall’albero della cultura!

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UN GRANDE IMMENSO RAMMARICO: CHI INSEGNA TUTTO QUESTO AI NOSTRI POLITICI 😭?

 

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