🥋 I MITICI TELEFILM “Supereroi” o “Superpoteri” 🥊 (45/60′ minuti) DEGLI ANNI ’70, ’80, ’90… 

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A-Team

The-A-Team-1983
Titolo originale The A-Team
Paese Stati Uniti d’America
Anno 1983-1987
Formato serie TV
Genere azione, commedia
Stagioni 5
Episodi 98
Durata 45 min (episodio)
Lingua inglese
Ideatore Frank Lupo, Stephen J. Cannell
Interpreti e personaggi
Produttore Stephen J. Cannell Productions/Universal TV
Prima visione
Prima TV originale
Dal 23 gennaio 1983
All’ 8 marzo 1987
Rete televisiva NBC
Prima TV in italiano
Data 25 febbraio 1984
Rete televisiva Rete 4

A-Team (The A-Team) è una serie televisiva statunitense trasmessa in prima visione assoluta dal 1983 al 1987 sul canale televisivo NBC.

Creata da Frank Lupo e Stephen J. Cannell, segue il filone del “militarismo buono”, in cui l’uso di armi ingegnose e letali non comporta mai la morte o il ferimento grave dei nemici, secondo un’impostazione tipica dell’intrattenimento popolare negli anni 1980. Il titolo A-Team si riferisce indirettamente agli “A-Teams”, termine con cui si intendono gli ODA, Operational Detachments Alpha (Distaccamenti Operativi Alfa).

In Italia la serie è stata trasmessa per la prima volta da Rete 4 a partire dal 25 febbraio 1984, mentre nel 2010 è uscito nei cinema un film omonimo basato sulla serie televisiva.

Trama

« Dieci anni fa gli uomini di un commando specializzato operante in Vietnam vennero condannati ingiustamente da un tribunale militare. Evasi da un carcere di massima sicurezza si rifugiarono a Los Angeles, vivendo in clandestinità. Sono tuttora ricercati, ma se avete un problema che nessuno può risolvere – e se riuscite a trovarli – forse potrete ingaggiare il famoso A-Team. »
(Frase introduttiva delle prime quattro stagioni della serie)

Un commando di ex-combattenti della guerra del Vietnam chiamato A-Team (Squadra A), un tempo appartenenti al 5th Special Forces Group dell’esercito degli Stati Uniti, viene accusato ingiustamente di aver rapinato la banca di Hanoi. Evasi in maniera rocambolesca, vivono in fuga, ricercati e braccati dalle autorità militari per un reato che non hanno mai commesso. I componenti della squadra sopravvivono prestando servizio come mercenari e venendo, nella quasi totalità degli episodi, assoldati da persone o da gruppi di persone oppresse da situazioni d’ingiustizia o di pericolo.

Grazie alle qualità militari e umane dell’A-Team, ogni episodio si risolve in maniera definitiva a favore dei più deboli. Pur essendo considerati mercenari dagli altri personaggi della serie, i membri dell’A-Team sono schierati sempre dalla parte del bene. Famoso è il loro furgone GMC Vandura nero e grigio con 2 strisce rosse laterali, che si uniscono sullo spoilersuperiore, usato come mezzo principale di trasporto e di azione dell’A-Team.

vaninside
Il furgone di partenza utilizzato durante le riprese del telefilm è un GMC Vandura serie G del 1983

Nell’ultima stagione l’A-Team, catturato dalle autorità militari, accetta la proposta, in alternativa alla pena di morte da scontare tramite fucilazione, di prestare servizio in missioni segrete del governo, sotto il comando del generale Hunt Stockwell.

Personaggi principali

  • John “Hannibal” Smith (stagioni 1-5), interpretato da George Peppard, doppiato da Gianni Musy (stagioni 1-2), Michele Kalamera (stagione 3-4), Emilio Cappuccio (stagione 5).
    Colonnello, sempre a capo del gruppo e principale ideatore dei piani con cui l’A-Team porta a compimento le proprie imprese, spesso si traveste, ad esempio nel mostro Acquamaniaco come comparsa in film di serie B, o nel lavandaio cinese Mr. Lee per contattare i clienti della squadra. È connotato dal fumare spesso sigari e dal portare sempre guanti di pelle nera, nonché dal famoso motto: «Vado matto per i piani ben riusciti».
  • Templeton “Sberla” Peck (stagioni 1-5), interpretato da Dirk Benedict, doppiato da Carlo Cosolo.
    Tenente, soprannominato “Faccia da sberla” o semplicemente “Sberla”, è caratterizzato dal fascino che esercita sulle protagoniste femminili. Grazie alla sua immagine lontana dai canoni militari, riesce a ottenere gratuitamente, con raggiri e una dialettica suadente, ogni tipo di attrezzatura per portare a termine i piani dell’A-Team. È anche l’economo del gruppo e gli appartiene o si è procurato la casa in cui si riunisce l’A-Team. Nel primo episodio della serie (The Mexican Slayride), l’attore scelto per il personaggio di Sberla era Tim Dunigan, poi sostituito perché non adatto al personaggio e troppo giovane per essere credibile nei panni di un veterano della guerra del Vietnam.
  • H. M. “Howling Mad” Murdock (stagioni 1-5), interpretato da Dwight Schultz, doppiato da Roberto Pedicini (stagioni 1-2) e da Saverio Moriones (stagioni 3-5).
    Capitano, abbreviato di solito in “H. M. Murdock”, è un ottimo pilota di aerei, di elicotteri e di qualunque cosa in grado di volare, sofferente di una lieve e simpatica pazzia, da cui viene completamente riabilitato nella quinta stagione della serie. Non è ricercato dalle autorità militari come gli altri membri dell’A-Team, ma deve essere spesso liberato dalla casa di cura in cui è ricoverato. Splendidi i suoi battibecchi con P. E. Baracus. Murdock rappresenta l’ancora di salvataggio della squadra in molti episodi della serie: se Hannibal, P. E. e Sberla vengono fatti prigionieri, con il suo essere “esterno” molto spesso salva dai guai l’A-Team.
  • Bosco Albert “P.E.” Baracus (stagioni 1-5), interpretato da Mr. T, doppiato da Luigi Montini(stagioni 1-2) e da Bruno Alessandro (stagioni 3-5).
    Sergente, soprannominato “Pessimo Elemento” e abbreviato di solito in “P.E.” Baracus[5], col suo carattere ruvido e la sua muscolatura imponente rappresenta il “braccio forte” dell’A-Team, anche per le sue indiscusse qualità di meccanico. È caratterizzato dal taglio “alla mohicana” dei capelli, dalle vistose collane d’oro e dagli orecchini piumati. Adora il latte e nel tempo libero lavora come volontario in un centro che accoglie bambini poveri o provenienti da famiglie problematiche. Ha il terrore di volare e, ogni volta che la squadra deve spostarsi utilizzando elicotteri o aerei, viene prima, con astuti stratagemmi, sedato per tutta la durata del volo. Anche per questa ragione è sempre in conflitto con Murdock, il pilota dell’A-Team. È suo il furgone nero su cui si muove la squadra.

Personaggi secondari

  • Colonnello Linch, Colonnello Decker, Colonnello Briggs e il Generale “Bull” Fulbright
    Danno la caccia all’A-Team, senza riuscire a catturarlo.
  • Amy Amanda “Triple A” Allen (stagioni 1-2), interpretata da Melinda Culea.
    Intrepida giornalista che, nel tentativo di documentare le vicende dell’A-Team, ne viene spesso coinvolta.
  • Frankie “Dishpan” Santana (stagione 5), interpretato da Eddie Velez, doppiato da Claudio De Angelis.
    È un esperto di effetti speciali che diviene membro a tutti gli effetti dell’A-Team. Nel rapporto con le donne è simile a Sberla.
  • Tanya Backer (stagioni 2-3), interpretata da Marla Heasley, doppiata da Monica Gravina.
    È un’amica di Amy Allen che, come lei, partecipa con l’A-Team alle loro spericolate avventure. Lascia il gruppo per rimanere con il marito, salvato in Brasile nella foresta amazzonica, dopo una dura lotta con un gruppo neonazista durante una missione dell’A-Team.
  • Hunt Stockwell (stagione 5), interpretato da Robert Vaughn, doppiato da Carlo Sabatini.
    Generale, è uno dei più grandi esperti di armi e piani di guerra. Dapprima incastra l’A-Team, ma subito dopo decide di aiutarli e mette la squadra a lavorare per lui in missioni segrete.

L’11 giugno 2010 è uscito nelle sale cinematografiche statunitensi l’adattamento cinematografico della serie televisiva, A-Team, prodotto dalla 20th Century Fox. Ambientato ai giorni nostri, vede i protagonisti operanti in Iraq invece che in Vietnam. Del cast del film fanno parte Liam Neeson nel ruolo del colonnello John “Hannibal” Smith, Bradley Cooper nel ruolo di “Sberla”, Sharlto Copley nel ruolo di Murdock e Quinton “Rampage” Jackson nel ruolo di “P. E. Baracus”.

Ralph supermaxieroe

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Titolo originale The Greatest American Hero
Paese Stati Uniti d’America
Anno 1981-1986
Formato serie TV
Genere commedia, supereroi
Stagioni 3
Episodi 45
Durata 60 min (episodio)
Lingua inglese
Ideatore Stephen J. Cannell
Interpreti e personaggi
Doppiatori e personaggi
  • Claudio Capone: (Ralph Hinkley)
Prima visione
Dal 18 marzo 1981
Al 3 febbraio 1983
Rete televisiva ABC

Ralph supermaxieroe (The Greatest American Hero) è una serie televisiva prodotta negli Stati Uniti e andata in onda per la prima volta dal 1981 al 1983 sul canale ABC. In Italia fu trasmessa su Canale 5 e in seguito su Italia 1.

Il telefilm è una commedia sui supereroi. La serie è tipica dello stile del produttore Stephen J. Cannell, in cui la trama è secondaria alle relazioni tra i personaggi. Il meccanismo del telefilm è basato sulle difficoltà di un trio di persone comuni nel vivere avventure da supereroe nel mondo reale.

Trama

Ralph Henley (e non Hinkley: questo cognome venne scartato in quanto era quello del feritore del presidente Ronald Reagan) è un comune insegnante che riceve dagli extraterrestri un costume speciale dal colore rosso vivo che gli fornisce abilità superumane. Ralph tuttavia, avendo smarrito il manuale di istruzioni fornito con il costume, non riesce ad imparare ad usare il costume correttamente e deve procedere per tentativi, divenendo un supereroe parecchio imbranato. Ad aiutarlo in segreto, nella propria missione al servizio della legge, l’agente dell’FBI Bill Maxwell e la fidanzata, poi moglie, Pam Davidson.

Personaggi e interpreti

La parte del protagonista Ralph Henley fu interpretata da William Katt, Bill Maxwell fu interpretato da Robert Culp, e Connie Sellecca interpretò Pam Davidson.

Sigla

La sigla iniziale Believe It or Not è cantata da Joey Scarbury. La canzone diventò molto famosa durante il corso della serie. Essa debuttò in classifica nella Top 40 della statunitense Billboard Hot 100 il 9 maggio 1981, raggiungendo la seconda posizione nella settimana dal 15 al 22 agosto, restando in classifica per ben 18 settimane nelle prime quaranta posizioni. Il brano salì anche in vetta alla classifica Record World Chart.

L’automobile

Ralph Henley è un comune insegnatnte di scuola superiore che viaggia su di un maggiolino cabrio di colore bianco degli anni ’70
maggiolino

The Greatest American Heroine

Nel 1986 si tentò di rilanciare la serie, ma siccome il protagonista William Katt non volle più interpretare il personaggio, la protagonista divenne Mary Ellen Stuart, affiancata dal resto del cast originale. Nacque così The Greatest American Heroine, venne realizzato un pilot diretto da Tony Mordente e scritto da Babs Greyhosky che però non fu seguito da una stagione televisiva ed il progetto naufragò. Questo episodio lo si può comunque considerare come ultimo capitolo della storia, in cui si assiste ad un ideale passaggio di consegne tra il vecchio protagonista e la nuova eroina.

Il pilot venne trasmesso solo da tv minori e venne presto dimenticato.

La trama vedeva Bill raccontare ad un registratore le avventure vissute con Ralph fino al giorno in cui, durante il salvataggio di una ragazza, Ralph viene visto da tutti e il Presidente degli Stati Uniti d’America lo dichiara “Il più grande eroe americano”. La fama e le apparizioni televisive però gli impediscono l’anonimato voluto dagli extraterrestri e anche il rapporto con Pam si deteriora; i due vengono rapiti dagli alieni che dicono a Ralph di dare il costume ad un altro “portatore” per combattere il male. Quando il costume verrà ceduto gli alieni faranno sì che il mondo si dimentichi di Ralph, di Pam, Bill e delle loro imprese.

Dopo alcune ricerche trovano Holly Hathaway, una insegnante elementare, che impersona le caratteristiche di altruismo e bontà richieste dagli alieni. Bill si troverà riluttante a doverle fare da istruttore e poi in coppia con lei affronterà un nuovo caso. Alla fine le sue preoccupazioni sul lavorare con una donna spariscono e comincia il nuovo sodalizio.

Altre opere

Editi dalla “Catastrophic Comics”, diretta dallo stesso William Katt, nel 2008 furono pubblicati tre albi a fumetti sulla serie The Greatest American Hero ambientati nel 2008.

Una serie di 6 web-episodi con protagonisti un nuovo Ralph, una nuova Pam e un nuovo Bill (affiancati da una cheerleader anch’essa in costume) è stata realizzata nel 2009 e riprende i temi del telefilm.

Nel 2008 era stato annunciato anche un adattamento cinematografico della serie. Rimandato e programmato quindi per il 2013 con la regia di Stephen Herek e la sceneggiatura di Chris Matheson e Ryan Rowe, del film non si è poi più avuta notizia.

Influenza culturale

Alla fine di La polarizzazione di Cooper e Hofstadter, un episodio di The Big Bang Theory, uno dei due nerd informatici cinesi indossa una maglietta con lo stemma del costume di Ralph supermaxieroe.

Nel quinto episodio della stagione 4 della serie tv Heroes dal titolo Cecità isterica, un coro di bambini canta Believe It or Not, omaggio alla serie di Ralph Supermaxieroe, mentre Peter Petrelli e Emma Coolidge usando il potere della sinestesia vedono i suoni, nella stessa serie William Katt ha interpretato un giornalista.

Nel diciassettesimo episodio della prima stagione di My Name Is EarlChe bello pagare le tasse, Earl e Randy canticchiano Believe It or Not appesi alle funi all’interno del serbatoio d’acqua vuoto in cui restano intrappolati per due giorni.

Curiosità

  • Dal 24.5.2007 lo stemma del costume del protagonista abbinato al nome della serie è un marchio registrato per l’Italia da Paolo Nosari.
  • Della puntata pilota esistono due versioni, in quella considerata l’originale, il gruppo di calvi che insegue e infine uccide l’agente della CIA sono spie russe; nella versione alternativa nel gruppo dei calvi c’è una donna che legge un passo della bibbia prima di uccidere l’agente della CIA; dando questo ad intendere che se nel pilot originale i nemici erano spie russe, nel pilot alternativo i “cattivi” erano una setta religiosa.
  • Sebbene i poteri derivanti dal costume alieno rosso di Ralph fossero alquanto generici, sussistevano ancora alcune similitudini con i poteri di Superman, e la Warner Bros., proprietaria della DC Comics, intentò una causa legale contro la ABC per plagio, ma che alla fine si risolse in un nulla di fatto.

Wonder Woman

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Titolo originale Wonder Woman
Paese Stati Uniti d’America
Anno 1975-1979
Formato serie TV
Genere azione, supereroi
Stagioni 3
Episodi 60
Durata 45 min (episodio)
Lingua originale inglese
Rapporto 4:3
Crediti
Ideatore William Moulton Marston
Interpreti e personaggi
Produttore: Douglas S. Cramer
Prima visione
Prima TV originale
Dal 7 novembre 1975
All’ 11 settembre 1979
Rete televisiva ABC (stagione 1)
CBS (stagioni 2-3)
Prima TV in italiano
Dal fine anni ’70 (episodio pilota), 1982 (stagione 2)
Al 1983
Rete televisiva Italia 1 (stagioni 2-3)

Wonder Woman è una serie televisiva statunitense, basata sulle avventure del personaggio dei fumetti DC Comics Wonder Woman, creato da William Moulton Marston e qui interpretato da Lynda Carter.

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Titoli di testa dell’episodio pilota

La serie è in realtà costituita da due serie distinte. La prima, Wonder Woman, si basa sui fumetti della Golden Age, è ambientata durante la seconda guerra mondiale, è stata prodotta dalla ABC e trasmessa tra il 1975 e il 1977, costituendo la prima stagione. La seconda The New Adventures of Wonder Woman, è ambientata negli anni 70 del XX secolo, all’epoca della trasmissione, prodotta dalla CBS e trasmessa tra il 1977 e il 1979, costituendo la seconda e la terza stagione.

Wonder Woman

Washington, 1942. Il maggiore dell’aeronautica militare degli Stati Uniti Steve Trevor precipita con il proprio aereo sull’Isola del Paradiso, un’isola nascosta che si trova nel Triangolo delle Bermude, dove viene soccorso dalle amazzoni. Diana, nonostante il parere contrario della madre, la Regina Hippolyta, lo trasporta con il suo aereo invisibile in un ospedale degli Stati Uniti, dove viene curato.

Diana decide di rimanergli accanto e aiutarlo nella sua lotta contro i nazisti sotto i panni della nostra eroina Wonder Woman, che alterna alla sua identità segreta di Diana Prince.

Durante la sua permanenza dovrà affrontare numerosi attacchi da parte dei tedeschi, che tentano continuamente di infiltrarsi come spie per sottrarre importanti informazioni agli avversari, così da poter vincere la guerra.

The New Adventures of Wonder Woman

1977. L’aereo che trasporta il colonnello Steve Trevor jr., figlio del maggiore Steve Trevor precedentemente incontrato da Wonder Woman 35 anni prima, precipita sull’Isola del Paradiso e il pilota viene soccorso dalle amazzoni. La principessa Diana lo riporta a Washington diventando la sua assistente sotto l’identità segreta Diana Prince e tornando così a combattere per gli Stati Uniti contro le forze avversarie come Wonder Woman.

Steve Trevor lavora per l’Inter-Agenzia Difesa e Comando (Inter-Agency Defense Command), una sezione della CIA che combatte le organizzazioni criminali. In breve Diana Prince da semplice assistente diviene a sua volta una vera e propria agente. Entrambi sono alle dipendenze di Joe Atkinson e ricevono ordini da un non meglio identificato Charlie, che non vedono mai e di cui ricevono solo la voce tramite un microfono.

A metà della seconda stagione Charlie è sostituito da un moderno computer, IRAC (Information Retrieval Associative Computer), rappresentato come un grande elaboratore collocato in una stanza super-protetta dell’agenzia. IRAC, dotato di intelligenza artificiale – similmente a quanto avverrà con KITT nella serie Supercar – è l’unico ad intuire l’identità segreta di Diana. Alla fine della seconda stagione viene inoltre introdotto un robottino semovente, Rover (in italiano Girellone) che porta bibite agli agenti, smista la corrispondenza e costituisce le scenette comiche; anch’egli a conoscenza dell’identità segreta di Diana.

In questa veste Diana Prince/Wonder Woman e i suoi compagni si trovano a fronteggiare pericoli di ogni sorta che minacciano la sicurezza degli Stati Uniti: criminali, terroristi, organizzazioni paramilitari, neonazisti e quant’altro.

Produzione

Lynda Carter nei panni di Diana nell’episodio pilota della serie

Il primo tentativo di tradurre Wonder Woman sul piccolo schermo avvenne nel 1967. Il successo della serie televisiva Batman del 1966 indusse il produttore della stessa a commissionare uno script pilota a Stan Hart e Larry Siegel. Venne girato un cortometraggio di cinque minuti intitolato Wonder Woman: Who’s afraid of Diana Prince?, nel quale Wonder Woman viene impersonata dall’attrice Ellie Wood Walker, ma il progetto fu ritenuto non adatto e accantonato.

La prima apparizione televisiva di Wonder Woman si ha nel 1974, con un film per la televisione prodotto dalla ABC. La protagonista è Cathy Lee Crosby mentre Kaz Garas interpreta Steve Trevor. Questa Wonder Woman non è dotata di superpoteri né indossa il caratteristico costume. Il film non piacque alla ABC perché stravolgeva il personaggio principale, tuttavia si decise di produrre la serie in quanto si riteneva avesse un buon potenziale.

Nel 1975 viene così realizzato un nuovo pilota, intitolato The New Original Wonder Woman, più fedele al fumetto dato che venne adottato il costume originale e alcuni superpoteri. Per la parte della protagonista viene scelta Lynda Carter, Miss Mondo USA con alle spalle qualche piccolo ruolo, mentre per la parte di Steve Trevor, i produttori scelgono Lyle Waggoner, all’epoca celebre come attore comico, dopo diversi anni da co-protagonista nel The Carol Burnett Show. Il successo del pilota permette alla rete ABC di realizzare altri tredici episodi, trasmessi tra il 1976 e il 1977.

Nonostante il successo della prima stagione, però, la ABC si dimostra esitante a produrre un seguito della serie e così la produzione passa in mano alla CBS, con la condizione che le avventure vengano ambientate in tempi più recenti. Questa nuova serie negli Stati Uniti prende il titolo di The New Adventures of Wonder Woman.

A partire dalla terza stagione la serie viene orientata verso l’umorismo, vengono affrontati temi di attualità, come il rispetto dell’ambiente, e tra gli attori vi era una maggiore presenza di personaggi adolescenziali.

Sigla

La colonna sonora della serie è composta da Charles Fox, autore del tema musicale della sigla, e Norman Gimble.

La sigla della prima stagione viene realizzata con dei pannelli a fumetti, similmente a quanto avvenuto già per la sigla della serie Batman. I fumetti in seguito si animano e si trasformano nei protagonisti in carne e ossa. Il tema della sigla è cantato su una base funky.

Nella seconda stagione viene rifatta completamente la sigla, mantenendo lo stile fumettistico della prima, vengono rigirate e ridisegnate le scene con i nuovi costumi. Viene inoltre riarrangiato anche il tema della sigla in forma orchestrale e riscritti i testi per rimuovere il tema della contrapposizione tra Stati Uniti e Asse. Dall’episodio nove, Trasformazione vulcano, la sigla fumettistica viene sostituita con una nuova sigla live action, in cui si vedono immagini di Wonder Woman tratte dagli episodi precedenti della seconda stagione.

Nella terza stagione il tema musicale viene nuovamente riarrangiato in chiave disco music.

Il personaggio di Wonder Woman

Lynda Carter nei panni di Wonder Woman nel 1976

Durante la prima stagione Lynda Carter indossa il costume di Wonder Woman della serie a fumetti della Golden Age. Tuttavia, rispetto ai fumetti, nell’episodio pilota Diana non è infermiera, nonostante così appaia in una breve sequenza, bensì viene arruolata nell’aviazione come segretaria del maggiore Steve Trevor. Quest’ultimo, interpretato da Waggoner di capelli castani, nel fumetto è invece biondo.

Nella seconda e terza stagione Wonder Woman indossa un costume differente: tiara, bracciali e cintura, precedentemente argentati, sono ora dorati e l’aquila dorata sul petto viene ora maggiormente stilizzata. Le stelle nella serie originaria coprivano tutta la parte blu del costume, nelle due recenti invece i fianchi non hanno le stelle. La tiara inoltre presenta un rubino incastonato che le permette di comunicare direttamente con la madre, la Regina Hyppolita. Con la seconda stagione vengono inoltre introdotti nuovi costumi quali una tuta blu marino in lycra con pinne e guanti per le immersioni subacquee. Lo stesso costume, con tacchi bassi, stivali e il casco d’oro, è usato per guidare le motociclette.

La trasformazione di Diana in Wonder Woman, che avviene con un giro su sé stessa e un’esplosione, è stata un’invenzione della serie (l’esplosione pare sia stata suggerita dalla Carter per risparmiare sul budget), successivamente adottata anche dai fumetti. Per i costumi supplementari, introdotti nella seconda stagione, la trasformazione prevedeva inizialmente un primo giro con trasformazione nel costume tradizionale, seguito da un secondo giro con la trasformazione nel nuovo costume. In seguito, per praticità, si è abbandonata questa soluzione e la trasformazione avveniva direttamente. In un episodio della prima stagione viene mostrata una variazione con una specie di mascherina metallica che le copre metà viso e in un’altra indossa inoltre una uniforme bianca e rossa stile cavallerizza. Durante la terza stagione adotta nuove tecniche di trasformazione da Diana Prince a Wonder Woman, come ad esempio cadendo da un grattacielo.

Wonder Woman è dotata di alcuni superpoteri, quali una enorme forza, la capacità di compiere grandi salti, quella di schivare i proiettili grazie ai suoi braccialetti in metallo feminum. Nella prima stagione Wonder Woman aveva inoltre la capacità di imitare la voce degli altri, dalla seconda stagione tale prerogativa scompare, mentre nella terza vengono introdotti nuovi superpoteri, come ad esempio la capacità di comunicare telepaticamente con gli animali o creare ondate di energia.

Personaggi e interpreti

Trasmissione

La prima serie, Wonder Woman è andata in onda negli Stati Uniti sul canale ABC dal 7 novembre del 1975 al 16 febbraio del 1977. Passata alla CBS, la seconda serie The New Adventures of Wonder Woman è andata in onda su questo canale dal 16 settembre del 1977 al all’11 settembre del 1979.

In Italia la prima stagione è rimasta parzialmente inedita fino al 2011, quando è stata trasmessa interamente da Fox Retro in lingua originale sottotitolata. Alla fine degli anni settanta, in Italia, venne infatti doppiato e trasmesso da Canale 5 soltanto l’episodio pilota. Le due stagioni prodotte dalla CBS sono andate in onda in Italia a partire dal luglio 1983 su Italia 1 e poi sulle altre reti Mediaset, (fino al 1996 chiamata Fininvest) ottenendo un discreto successo.

Home Video

Nel Regno Unito le tre stagioni del telefilm sono state pubblicate in DVD in altrettanti cofanetti, con audio inglese e francese. La terza stagione comprende anche l’audio e sottotitoli in italiano.

In Italia la serie completa è stata commercializzata completa in un cofanetto di DVD Warner Bros. Entertainment e a fascicoli settimanali da La Gazzetta dello Sport, unitamente alla serie televisiva Batman, nel 2017. In questa edizione la prima stagione conserva l’audio originale con sottotitoli in italiano, mentre la seconda e la terza stagione sono presentate con il doppiaggio italiano della prima trasmissione italiana.

Merchandising

  • Il 6 giugno 1976 la Mego commercializza una linea di bambole da 12″ collegata alla serie televisiva, con l’immagine di Lynda Carter sulla scatola. In questa linea vengono immessi sul mercato i personaggi di Wonder Woman/Diana Prince, Steve Trevor e Hyppolite, più un quarto personaggio, l’amazzone afroamericana Nubia, mai apparsa nel telefilm, ma soltanto nei fumetti. La confezione che contiene il personaggio di Wonder Woman, contiene anche l’uniforme blu indossata da Diana Prince nella prima stagione, così da trasformare Wonder Woman nella sua identità segreta e viceversa. Una seconda versione della bambola viene commercializzata a partire dal 6 giugno 1978: l’immagine dell’attrice viene rimossa dalla confezione, il costume viene modificato e non è più presente l’uniforme di Diana Prince, inoltre viene commercializzata la sola Wonder Woman senza i compagni di avventure. La prima versione della bambola viene utilizzata nel terzo episodio della seconda stagione L’uomo che poteva muovere il mondo (The Man Who Could Move the World), tra gli oggetti collezionati da Ishida.
  • Vari altri giocattoli e oggetti vengono commercializzati negli anni settanta, durante la messa in onda della serie, tra cui sorpresine e prodotti commercializzati dall’Avon.
  • Nel 2007 la DC Direct, una società che crea prodotti per la DC Comics, distribuisce una nuova bambola di Wonder Woman con le fattezze di Lynda Carter.
  • Il 15 agosto 2015 viene realizzata in edizione limitata una bambola di 16″ della Wonder Woman di Lynda Carter con il costume indossato nella seconda stagione da Madame Alexander.
  • Il 6 aprile 2016 la Funko distribuisce una figura di Wonder Woman della Golden Age ispirata alla prima stagione della serie televisiva e munita di aeroplano invisibile.
  • Il 16 dicembre 2016 la Jada Toys commercializza una serie di minifigure con le fattezze di Lynda Carter e il costume di Wonder Woman della Golden Age indossato durante la prima stagione.

La donna bionica

La donna bionica.png
Titolo originale The Bionic Woman
Paese Stati Uniti d’America
Anno 1976-1978
Formato serie TV
Genere azione, fantascienza
Stagioni 3
Episodi 58
Durata 60 min
Lingua inglese
Ideatore Kenneth Johnson
Interpreti e personaggi
Produttore Harve Bennett
Prima visione
Prima TV originale
Dal gennaio 1976
Al maggio 1978
Rete televisiva ABC (prime 2 stagioni)
NBC (terza stagione)
Prima TV in italiano
Data febbraio 1982
Rete televisiva Rete 4

La donna bionica (The Bionic Woman) è una serie televisiva statunitense nata come spin-offdella serie L’uomo da sei milioni di dollari. In essa nasce il personaggio di Jaime Sommers (la donna bionica), interpretato dall’attrice Lindsay Wagner, che ha ottenuto notevole successo, tanto da spingere la casa di produzione Universal a creare una serie incentrata su di lei.

Il primo episodio de La donna bionica è stato trasmesso negli Stati Uniti nel gennaio del 1976; la serie si articola in 3 stagioni per un totale di 58 episodi (a cui ne vanno sommati alcuni in coproduzione con L’uomo da sei milioni di dollari) e si snoda nel periodo 1976 – 1978. La serie è stata trasmessa dalla ABC, per le prime due stagioni, e dalla NBC per la terza.

In Italia è stato trasmesso per la prima volta su reti televisive locali e successivamente sulle reti Fininvest (attuale Mediaset). La sigla della serie era Bambola bambina, di Jimmy Fontana.

Trama

Le caratteristiche di questo telefilm sono molteplici e si caratterizza per il connubio tra la fantascienza e l’aspetto umano e psicologico dei personaggi che affrontano diverse vicissitudini quotidiane.

In particolare il personaggio di Jaime Sommers, per volontà anche della stessa Lindsay Wagner, riesce ad evidenziare con emotività la difficoltà di accettarsi con parti “diverse” da quelle delle altre persone, senza per questo abbattersi. Jaime infatti decide di mettere al servizio dell’OSI, ufficio di sicurezza degli Stati Uniti d’America diretto da Oscar Goldman, le proprie facoltà bioniche come agente segreto, e durante le sue missioni riesce a portare a termine il difficile compito assegnatole, usando i suoi particolari poteri senza mai eccedere in prevaricazioni o violenza, ma usando spesso astuzia, sensibilità e cervello per uscire da situazioni pericolose.

Jaime Sommers

Jaime Sommers è il personaggio protagonista della serie ed è interpretato da Lindsay Wagner.

Jaime Sommers nasce ad Ojai (California) nel 1949. Nel 1966 i genitori (agenti governativi) vengono uccisi durante un conflitto. Va a vivere con Elen e Jim, genitori di Steve Austin (il futuro uomo da sei milioni di dollari), con il quale diventerà amica e frequenterà il college. Jaime decide quindi di lasciare Ojai per seguire la carriera di tennista, diventando una grande professionista e ricevendo numerosi riconoscimenti.

Nel 1975 fa ritorno ad Ojai dove incontra nuovamente Steve Austin che nel frattempo è diventato colonnello. Tra i due scoppia l’amore.

Ma durante un lancio col paracadute insieme a Steve, Jaime subisce un terribile incidente, infatti il suo paracadute si rompe e lei precipita. Jaime è in condizioni disperate e Steve chiede aiuto ad Oscar Goldman per rendere Jaime bionica. L’operazione viene eseguita dal dr. Rudy Wells e Jaime diventa la prima donna bionica; le parti anatomiche sostituite con arti bionici sono il braccio destro, le gambe e l’orecchio destro.

Jaime decide di lavorare per Oscar e l’OSI facendo l’agente segreto in missioni complicate e difficili. Per tre anni Jaime svolge quindi compiti particolari che la portano a conoscere persone, rischi e pericoli di missioni governative ad alto rischio. Jaime si accorge di aver trascurato un po’ se stessa nei tre anni svolti al servizio e decide di ritirarsi, svolgerà qualche missione occasionalmente.

Nel 1987 incontrerà nuovamente Steve per aiutare Oscar. La stessa cosa avverrà nel 1989, quando Oscar avrà bisogno dell’aiuto di Jaime e Steve per salvaguardare un’importante competizione olimpica. Finalmente nel 1994 Jaime e Steve, dopo svariate peripezie, riusciranno a sposarsi.

Film TV

Le vicende, dopo la chiusura della serie, hanno avuto seguito in 3 film tv coprodotti con la serie L’uomo da sei milioni di dollari.

  • Il ritorno dell’uomo da sei milioni di dollari (The Return of the Six Million Dollar Man and Bionic Woman) (15 maggio 1987)
  • Scontro bionico (Bionic Showdown: The Six Million Dollar Man and the Bionic Woman) (30 aprile 1989)
  • Il ritorno della donna bionica (Bionic Ever After?) (29 novembre 1994)

I primi due film TV sono stati trasmessi dalla NBC, il terzo dalla CBS.

Nuova serie

Nel 2007 la NBC ha prodotto un remake della serie, Bionic Woman, con protagonista Michelle Ryan.

Dopo il successo dei primi episodi, progressivamente gli ascolti sono sempre più calati. A causa poi di dello sciopero del sindacato degli sceneggiatori, e di alcuni avvicendamenti tra gli autori, sono andate in onda solo otto episodi, e nel marzo 2008 la NBC ha ufficialmente sospeso la serie.

L’uomo da sei milioni di dollari

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Titolo originale The Six Million Dollar Man
Paese Stati Uniti d’America
Anno 1974-1978
Formato serie TV
Genere azione, fantascienza
Stagioni 5
Episodi 100
Durata 45 min
Lingua originale inglese
Ideatore Martin Caidin
Interpreti e personaggi
Produttore Harve Bennett
Prima visione
Prima TV originale
Dal 18 gennaio 1974
Al 6 marzo 1978
Rete televisiva ABC
Prima TV in italiano
Dal settembre 1981
Al febbraio 1986
Rete televisiva Televisioni locali
Canale 5
Italia 1
Opere audiovisive correlate
Spin-off La donna bionica

L’uomo da sei milioni di dollari (titolo originale: The Six Million Dollar Man) è una serie televisiva, liberamente ispirata al romanzo Cyborg di Martin Caidin, trasmessa originariamente negli Stati Uniti tra il 1974 e il 1978 dalla ABC, di cui furono girati 3 episodi pilota e 100 episodi.

Da essa è stato generato uno spin-off, La donna bionica e 6 film per la tv.

Nel 1979 è stato distribuito, nelle sale cinematografiche italiane, il film “Squali!” costituito dai primi due episodi della quinta stagione (all’epoca ancora inediti al pubblico italiano) montati insieme.

In Italia è andata in onda inizialmente su alcune televisioni locali a partire dal settembre del 1981 e poi, nel corso degli anni, è stata trasmessa anche su emittenti nazionali come Canale 5 e Italia 1.

Alla sua uscita in Italia, ebbe come sigla iniziale la canzone “Se” cantata da Nino Buonocore, un cantautore che diventerà noto al grande pubblico solo anni dopo grazie al successo di “Scrivimi”.

Trama

Il colonnello Steve Austin, a causa di un incidente durante una missione, perde le gambe, il braccio destro e l’occhio sinistro. Su di lui viene effettuata una ricostruzione bionica all’avanguardia, che sostituisce gli organi danneggiati con arti bionici. La serie prende il titolo dal costo dell’intervento, appunto di sei milioni di dollari.

Grazie agli organi bionici, Steve Austin acquisisce delle capacità eccezionali: le gambe gli consentono di correre a velocità altissime, il braccio è dotato di una forza fuori dal comune, e l’occhio permette una visione ravvicinata di oggetti molto lontani.

Steve Austin, dopo l’intervento, lavorerà per l’OSI (Office of Scientific Intelligence), che ha richiesto e finanziato il progetto.

Film TV

La serie ha dato origine a sei film per la televisione: tre prima e tre dopo la chiusura della serie.

  • Dalla Luna al deserto (The Moon and the Desert, 7 marzo 1973)
  • Vino e donne (Wine, Women, and War, 20 ottobre 1973)
  • Complotto internazionale (The Solid Gold Kidnapping, 17 novembre 1973)
  • Il ritorno dell’uomo da sei milioni di dollari (The Return of the Six Million Dollar Man and Bionic Woman, 15 maggio 1987)
  • Scontro bionico (Bionic Showdown: The Six Million Dollar Man and the Bionic Woman, 30 aprile 1989)
  • Il ritorno della donna bionica (Bionic Ever After?, 29 novembre 1994)

Anche i primi tre film TV sono stati trasmessi dalla ABC, mentre il quarto e quinto sono stati trasmessi dalla NBC, e il sesto dalla CBS.

I primi tre, avendo una lunghezza originale di circa 75 minuti, sono stati in seguito allungati con nuove scene prese altri episodi, in modo da raggiungere la lunghezza di circa 90 minuti e di poterli vendere con la serie, come episodi in due parti. La versione rinnovata del primo film TV ha un nuovo titolo: The Moon and the Desert.

 

Nel novembre 2014 viene annunciato un film tratto dalla serie che sarà interpretato da Mark Wahlberg e diretto da Peter Berg. Il titolo sarà, ovvero L’uomo da sei miliardi di dollari (The Six Billion Dollar Man). Sarà prodotto dall’attore e dal regista per la Weinstein Company e la Dimension Films (con l’apporto della Universal). Damián Szifron scriverà la sceneggiatura. “Non potrei essere più onorato e grato,” ha detto Szifron in un comunicato, commentando il suo ingaggio da parte della Weinstein Company, produttrice dell’operazione. ”Sfide di questa portata rappresentano una grande opportunità. I temi che circondano questa serie così amata permettono la creazione di un memorabile film d’azione e fantascienza e anche di un coraggioso thriller di spionaggio. Le aspettative sono alte, e farò del mio meglio per consegnare una solida base per un’eccezionale esperienza cinematografica.”

Influenza culturale

L’effetto rallenty e sonoro udibile quando Steve Austin usa le sue protesi bioniche viene usato anche oggi in televisione per sottolineare (spesso con intenti comici) quando un personaggio compie una prova di forza.

L’uomo invisibile

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Titolo originale The Invisible Man
Paese Stati Uniti d’America
Anno 1975-1976
Formato serie TV
Genere avventura, fantascienza
Stagioni 1
Episodi 13
Durata 60 min (episodio)
Lingua originale inglese
Rapporto 1,33 : 1
Crediti
Ideatore Harve Bennett
Interpreti e personaggi
Musiche Richard Clements, Henry Mancini, Pete Rugolo
Produttore Robert F. O’Neill
Produttore esecutivo Harve Bennett, Steven Bochco
Casa di produzione Silverton Productions, Universal TV
Prima visione
Dal 6 maggio 1975 (pilot)
8 settembre 1975 (1º episodio)
Al 26 gennaio 1976
Rete televisiva NBC

L’uomo invisibile (The Invisible Man) è una serie televisiva statunitense in 13 episodi trasmessi per la prima volta nel corso di una sola stagione dal 1975 al 1976.

È una serie d’avventura a sfondo fantascientifico ispirata al romanzo di H. G. Wells L’uomo invisibile e incentrata sulle vicende del dottor Daniel Westin che trova un metodo per diventare invisibile.

Trama

Nell’episodio pilota il dottor Daniel Westin lavora per una compagnia chiamata Klae Corporation, che sta facendo esperimenti di disgregazione molecolare. Scopre che l’effetto collaterale del suo lavoro è la capacità di far diventare gli oggetti invisibili e cerca di trovare applicazioni mediche per la sua invenzione. Egli scopre che gli oggetti resi invisibili ricompaiono dopo poche ore e su alcuni cani utilizzati come cavie i collari che indossano ricompaiono prima delle cellule degli animali stessi. Ossessionato dalla sua invenzione, Daniel decide di diventare egli stesso invisibile, in parte per dimostrare che un essere umano può sopravvivere al processo, e anche per testare un siero che ha sviluppato che inverte l’invisibilità.

Egli rivela i risultati dei suoi esperimenti al suo capo Walter Carlson, che inizialmente non resta impressionato da quello che vede a causa dei milioni spesi per la creazione del disintegratore nucleare, ma si mostra più interessato quando si rende conto che la penna di Daniel disintegrata in realtà è ancora lì (“Sai quello che hai qui?”, “Una penna invisibile…”, “No, eserciti invisibili … “). Il capo di Westin sostiene così il progetto per scopi militari, e nel corso della discussione viene rivelato che il Pentagono ha fornito il finanziamento per la ricerca di Daniel e che i militari sono già a conoscenza dei risultati. Daniel cerca poi di distruggere la sua invenzione entrando furtivamente nel laboratorio. Per fuggire si rende invisibile per una seconda volta, prima di far scattare un sovraccarico elettrico che distrugge l’apparato. Ma scopre che il processo è instabile e che non può più tornare al suo stato visibile dato che il siero è inefficace. Si reca dal suo amico, il dottor Nick Maggio (Henry Darrow), un abile chirurgo plastico, che gli fornisce un travestimento con una maschera e un paio di guanti con un materiale speciale chiamato Dermaplex, che ha le stesse proprietà della pelle umana. Ciò consente a Daniel di apparire in pubblico ma l’effetto collaterale è che Daniel deve cambiare la maschera periodicamente perché, come afferma il dottor Maggio, “la barba sarà tua nemica e il prurito ti farà impazzire.”

Con la conclusione del pilot, la mancanza di stabilità rende il processo di fatto inutile per le applicazioni commerciali o militari, e la Corporation Klae viene persuasa da Westin a reimpiegarlo nella ricerca, nonostante la sua condizione, e quindi la serie inizia da questo punto. Daniel cerca di perfezionare il suo lavoro e al tempo stesso di trovare una cura o un siero.

Ci sono sottili differenze tra il pilot e la serie. Nell’episodio pilota Westin viene descritto come una figura tragica, “vittima” del processo di invisibilità che, nonostante i suoi continui sforzi, rimane praticamente invisibile per tutto il tempo e deve utilizzare la tecnologia per essere visibile (a differenza di tutte le altre produzioni televisive sull’uomo invisibili in cui l’eroe può diventare visibile a suo piacimento o dopo un tempo predeterminato). La serie risulta più leggera e divertente, con gag legate all’invisibilità che spesso mettono da parte il lato tragico della situazione di Westin.

Personaggi e interpreti

  • Dottor Daniel Westin (13 episodi, 1975-1976), interpretato da David McCallum.
  • Dottoressa Kate Westin (12 episodi, 1975-1976), interpretata da Melinda O. Fee.
    È la moglie di Daniel.
  • Walter Carlson (11 episodi, 1975-1976), interpretato da Craig Stevens.
    È il capo di Daniel alla Klae Corporation.
  • Brian Kelley (2 episodi, 1975), interpretato da Paul Kent.
  • Nick Maggio (1 episodio, 1975), interpretato da Henry Darrow.
    È un chirurgo plastico e amico di Daniel.

 

L’uomo di Atlantide

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Titolo originale Man from Atlantis
Paese Stati Uniti d’America
Anno 1977-1978
Formato serie TV
Genere fantascienza
Stagioni 1
Episodi 17
Durata 42-44 min
Lingua originale inglese
Ideatore Mayo Simon, Herbert F. Solow
Interpreti e personaggi
Produttore Herbert F. Solow
Prima visione
Prima TV originale
Dal 4 marzo 1977
Al 6 giugno 1978
Rete televisiva NBC
Prima TV in italiano
Dal 1º febbraio 1980
Al conclusa
Rete televisiva Canale 5

L’uomo di Atlantide (Man from Atlantis) è una serie televisiva di fantascienza statunitense, prodotta dalla Solow Production Company. Il progetto nacque con la produzione di quattro film per la televisione, a cui seguì una serie di 13 episodi (per un totale di 17 episodi), andati in onda sul canale NBC Network durante la stagione 1977-1978.

In Italiano la serie è stata trasmessa per la prima volta da TeleMilano/Canale 5 nel 1980.

Trama

Mark Harris è un sopravvissuto del continente perduto di Atlantide. Dal momento che possiede molte abilità superumane, compresa la capacità di respirare sott’acqua e di resistere alla pressione delle acque più profonde, viene reclutato da un’organizzazione segreta che esplora le profondità dell’oceano in un sottomarino futuribile, il Cetaceo. Harris è inoltre aiutato dalla dottoressa Elizabeth Merrill e deve affrontare il malvagio signor Schubert.

 

L’incredibile Hulk

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Titolo originale The Incredible Hulk
Paese Stati Uniti d’America
Anno 1977-1982
Formato serie TV
Genere azione, supereroi
Stagioni 5
Episodi 83
Durata 45 min (episodio)
Lingua originale inglese
Rapporto 4:3
Crediti
Ideatore Kenneth Johnson
Interpreti e personaggi
  • Bill Bixby: David Bruce Banner
  • Lou Ferrigno: Hulk
  • Jack Colvin: Jack McGee
  • Ted Cassidy: voce narrante della sigla d’apertura (non accreditato)
Doppiatori e personaggi
  • Marco Balzarotti: David Banner (episodio pilota)
  • Marcello Tusco: David Banner (prima parte degli episodi)
  • Rodolfo Bianchi: David Banner (seconda parte degli episodi)
  • Rino Bolognesi: David Banner (seconda parte degli episodi)
  • Renato Mori: Hulk (seconda parte degli episodi)
  • Franco Agostini: Jack McGee (prima parte degli episodi)
  • Rino Bolognesi: Jack McGee (seconda parte degli episodi)
Musiche Joe Harnell
Prima visione
Prima TV originale
Dal 7 novembre 1977
Al 12 maggio 1982
Rete televisiva CBS
Prima TV in italiano
Data 1980
Rete televisiva Televisioni locali
« Dentro ognuno di noi, inaspettatamente, dimora una furia potente e rabbiosa. »
(frase di apertura dell’episodio pilota)

L’incredibile Hulk (The Incredible Hulk) è una serie televisiva trasmessa negli Stati Uniti d’America dal 1977 al 1982, per un totale di 81 episodi più due film pilota. Liberamente ispirata al personaggio dei fumetti Marvel Comics Hulk, si discosta dalle atmosfere fantasiose del fumetto, abbracciando per lo più tematiche sociali e il tema del fuggitivo per la persona di David Bruce Banner.

La serie televisiva, trasmessa con successo anche in Italia a partire dagli anni ottanta, è stata interpretata da Bill Bixby nella parte dello scienziato e medico David Banner e da Lou Ferrigno, noto culturista e Mr. Universo del 1973, nella parte di Hulk.

Trama

A sinistra, Bill Bixby (David Banner). A destra, Lou Ferrigno (Hulk).

La serie racconta la storia di uno scienziato geniale, il dottor David Banner, un ricercatore di fama mondiale, specializzato in radiazioni, biologia molecolare e scienze genetiche, che lavora al “Culver Insititute” in California. Rimasto vedovo in seguito a un terribile incidente d’auto, Banner, sconvolto nel proprio animo per non essere riuscito a salvare la moglie, si tuffa a capofitto nelle ricerche genetiche e radiologiche per sfruttare appieno la forza fisica nascosta in ciascun essere umano.

Trovata una connessione con i raggi gamma, lo scienziato ne utilizza una dose per bombardare segretamente il proprio corpo, ma scoprirà successivamente di averne assorbito una dose eccessiva perché il macchinario era stato ricalibrato ma le indicazioni sul regolatore erano quelle vecchie. Il suo sistema nervoso e le sue cellule ne risultano pesantemente colpiti, e da allora succede che ad ogni scatto d’ira, o ad ogni sensazione di paura o agitazione, egli reagisce assumendo le sembianze di un gigantesco e terrificante mostro verde, privo di intelligenza e incapace di parlare, ma dotato di una forza imparagonabile, mosso completamente dalla rabbia e dal bisogno di distruggere tutto ciò che vede, per sfogare le proprie pulsioni. La creatura è alta quasi due metri, pesa sui 125 chili, ha la pelle di colore verde e dispone di una rapida capacità di guarigione e di rigenerazione dalle ferite, grazie al suo metabolismo accelerato, che lavora a una velocità sei volte maggiore del normale.

Quando lo stato di rabbia svanisce, la metamorfosi si inverte. Durante le febbrili ricerche, David scopre come l’essere che porta dentro si risvegli grazie a un ormone che il suo cervello rilascia come reazione contro l’adrenalina, in momenti in cui è preda da forti emozioni quali la paura o la collera, e che la forza fisica aumenta o diminuisce a seconda dell’intensità di queste emozioni primarie.

I primi ad avvistare la creatura sono un pescatore e la sua figlioletta, che lo denunciano alla polizia. Subito dopo, il giornalista Jack McGee, che gli dà il nome di Hulk (che in inglesesignifica carcassa, persona grande e goffa). Fornita una sua descrizione alla polizia, questo reporter senza scrupoli giura di dare la caccia al colossale mostro furente, intento a realizzare l’articolo del secolo.

Quando McGee si reca al laboratorio di David e della collega Elèna Marks, e inavvertitamente lo distrugge causando la morte di Elèna, Banner si trasforma in Hulk, e McGee viene conseguentemente creduto ucciso da lui. Approfittando di questo alibi, lo scienziato lascia immediatamente la propria città alla ricerca di una cura alla propria sofferenza.

In ogni paese o città in cui approda sotto falso nome per trovare qualcuno che possa aiutarlo, incappa in qualche brutta faccenda che porta agli scatti d’ira che causano ogni volta la metamorfosi nel mostruoso Hulk, seguita da una visita dell’implacabile McGee, dal quale deve scappare per evitare un colossale scoop giornalistico. Hulk ha in sé tutte le memorie e sensazioni di Banner, da cui è condizionato essendo una sua parte fisica e mentale, e ogni volta che si risveglia si limita a salvare gli amici dello scienziato dai guai, e a scappare per evitare la cattura. Ma ogni volta che il procedimento si inverte, Banner non è in grado di ricordare le azioni compiute dal suo alter ego.

David intende sopprimere Hulk, e sotto falso nome vaga per gli Stati Uniti d’America alla ricerca di una cura al suo problema, ma senza successo. Con il tempo scopre che il mostro che porta dentro di sé non è il primo, ma l’ultimo di una lunga serie: nella preistoria, con l’intervento delle supernove, il sole ha più e più volte scatenato superdosi di raggi gamma investendo gli uomini della pietra, i quali avevano identificato una cura in una pianta ora estinta.

Particolarmente significativo è l’episodio in due parti L’altro (The First), facente parte della quarta stagione (4×12-4.×3). In esso Banner, con il nome di David Burr, fa il suo arrivo in una città in cui aveva vissuto un ricercatore, il dott. Jeffrey Clive, che una ventina di anni prima aveva condotto i suoi stessi esperimenti, i quali avevano a loro volta portato il soggetto dell’esperimento bombardato dalle radiazioni gamma all’identica metamorfosi che ora affligge lui. Questo primo Hulk artificiale è dimorante nella mente e nel corpo di un manovale di pessime condizioni di salute di nome Dell Frye.

Hulk è stato la speranza di guarigione della dottoressa Caroline Fields, una rinomata psicoterapeuta affetta da una forma di degenerazione cellulare con convulsioni simili all’epilessia, e che per breve tempo è stata la moglie di Banner. Un campione di tessuto di Hulk, prelevato dalla sua pelle, sarebbe bastato per salvare la vita della moglie del suo alter ego umano, ma la donna perde la vita durante il viaggio all’ospedale.

Durante i suoi viaggi David incontra anche personaggi fuori dal comune come l’avvocato cieco Matt Murdock, che di notte combatte la corruzione col costume del vigilante Daredevil; in un’altra occasione trova lavoro presso un centro di ricerca dove sta per utilizzare un macchinario sofisticato per curarsi, ma la procedura viene interrota da Donald Blake, un suo vecchio studente venuto a chiedegli aiuto; durante una escursione in Norvegia si è imbattuto in un’arma antica, appartenuta ad un antico re-guerriero di nome Thor che fu maledetto per la sua arroganza dal re degli dei scandinavi Odino; per salvare una collega rapita da un gruppo di criminali che vuole il macchinario, Banner lo sabota rinunciando alla possibilità di guarirsi.

Dopo dodici anni di peregrinazioni, periodo in cui il mostro verde è stato visto qua e là per l’America, David Banner entra in contatto con il dott. Ronald Pratt, lo scienziato che ha ispirato influenti scienziati come Clive e lo stesso Banner nel campo radiologico e genetico. Pratt, che sta studiando per conto dei militari la possibilità di creare supersoldati in grado di rigenerarsi, si rivela notevolmente interessato a Hulk ritenendolo, per complessità ed efficienza biologica, in grado di curare molte malattie che al momento affliggono la specie umana. Prima di somministrare a Banner una cura, studia con precisione la creatura, considerandola come l’approdo naturale di tutte le loro decennali ricerche.

A questo punto, però, si intromette un’organizzazione terroristica interessata al lavoro di Pratt, con l’intenzione di venderlo al migliore offerente. In un disperato tentativo di salvare l’amico scienziato e una spia riluttante dalle grinfie di questi criminali, David si trasforma in Hulk; ma il gigante muore cadendo da un aeroplano esploso, sfracellandosi su una pista di decollo. Poco prima di morire Hulk ridiventa David, e questi con l’ultimo respiro dice:”Finalmente… sono libero” poiché si è sbarazzato del suo male.

Episodi

Precedentemente alla messa in onda della serie televisiva, furono realizzati, nel 1977, due film per la televisione: L’incredibile Hulk (The Incredible Hulk (series pilot), 4 novembre 1977 – Durata 92 min). Il secondo film Il ritorno dell’incredibile Hulk (Death in the Family (originally The Return of The Incredible Hulk), 27 novembre 1977 – Durata 91 min) è rimasto inedito in Italia e non è mai stato doppiato, così come non risulta essere stato trasmesso in televisione in Italia su altri canali del digitale terrestre.

Alcuni mesi più tardi fece seguito la serie TV, raggiungendo le cinque stagioni complessive, composte da 81 episodi in totale.

Alla serie televisiva sono seguiti tre film per la televisione:

  • La rivincita dell’incredibile Hulk (The Incredible Hulk Returns, 1988 – Durata 90 min), in cui il mostro verde combatte al fianco di Thor, l’incarnazione Marvel del leggendario Dio del Tuono; il film è stato presentato su Italia 1 negli anni ’90 con un diverso doppiaggio e un diverso titolo: Thor e Hulk – Gli invincibili.
  • Processo all’incredibile Hulk (The Trial of the Incredible Hulk, 1989 – Durata 91 min), in cui lo scienziato incontra il supereroe Daredevil; il film è edito in home video con il titolo L’incredibile Hulk.
  • La morte dell’incredibile Hulk (The Death of the Incredible Hulk, 1990 – Durata 95 min) che chiude le vicende della serie.

La sigla finale (senti qui) 📻

Curiosità

  • Per la parte del dottor David Banner si considerò fin dal principio Bill Bixby, mentre per la parte di Hulk Lou Ferrigno fu scelto solo in un secondo momento, dopo Arnold Schwarzenegger e Richard Kiel.
  • Inizialmente Bixby non era affatto convinto all’inizio perché aveva letto i fumetti di Hulk e li aveva trovati ridicoli, ma cambiò idea dopo aver letto la sceneggiatura del pilota scritta dal creatore della serie Kenneth Johnson.
  • Il personaggio del reporter Jack McGee fu creato appositamente per la serie televisiva, interpretato da Jack Colvin, in sostituzione del generale Ross, che nei fumetti dà la caccia a Hulk ritenendolo una minaccia per la sicurezza nazionale.
  • Frank Orsatti, produttore e regista di numerosi episodi della serie, è stato anche la controfigura di Bill Bixby, mentre Manuel Perry fu lo stuntmen per Lou Ferrigno.
  • Ci sono vari riferimenti alla serie nella serie I Griffin. Come nella puntata 2×20 “Talento Sprecato” dove Stewie imita la scena triste di Bruce che chiede il passaggio e Peter suona con il pianoforte il singolo “Lonely Man”. E nella puntata 9×09 “La vendetta di Joyce Kinney” si imita la sigla della serie.
  • Era prevista la produzione di un quarto film di Hulk, in cui Hulk sarebbe resuscitato dalla morte, questa volta però mantenendo l’intelligenza e parte della personalità di David Banner[3]. Nel film sarebbero apparsi i personaggi di She-Hulk e Iron Man, dei quali sarebbe stata per ciascuno successivamente prodotta una seria televisiva, ma Bill Bixby morì nel 1993 di cancro alla prostata, e il progetto naufragò.[3][4]
  • Kenneth Johnson viene descritto come il “padre televisivo” di Hulk.
  • Nel film Hulk del 2003, Lou Ferrigno compare in un breve cameo nella parte di un agente di sicurezza del laboratorio. È presente anche in una scena tagliata, in cui il giovane Bruce Banner lo avverte della presenza di un barboncino sospetto al piano di sopra. Ha inoltre doppiato Hulk nei cartoni animati prodotti sul personaggio. Ferrigno ritorna in un altro cameo (sempre come agente di sicurezza) nel film del 2008 L’incredibile Hulk, con Edward Norton nella parte di Bruce Banner ha anche dato la sua voce a Hulk nei 2 film, in The AvengersAvengers: Age of Ultron, e in 2 versioni animate del 1982 e 1996.

Manimal

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Titolo originale Manimal
Paese Stati Uniti d’America
Anno 1983
Formato serie TV
Genere azione, avventura, fantascienza
Stagioni 1
Episodi 8
Durata 60 min
Lingua originale inglese
Ideatore Glen A. Larson
Interpreti e personaggi
Voci esterne
  • William Conrad: voce narrante
Doppiatori e personaggi
  • Giorgio Melazzi: Jonathan Chase
  • Donatella Fanfani: Brooke Mackenzie
  • Federico Danti: Tyrone “Ty” Earl
Produttore Glen A. Larson
Casa di produzione 20th Century Fox
Prima visione
Prima TV originale
Dal 30 settembre 1983
Al 17 dicembre 1983
Rete televisiva NBC
Prima TV in italiano
Data 6 aprile 1985
Rete televisiva Italia 1

Manimal è una serie televisiva di fantascienza creata da Glen A. Larson e trasmessa per la prima volta negli Stati Uniti dall’emittente NBC nel 1983. Il nome Manimal deriva da Man(uomo) e Animal (animale). La serie è composta da una sola stagione di otto episodi ed è stata sospesa principalmente per problemi con il budget e il poco coinvolgimento del pubblico statunitense. Criticato infatti aspramente anche allo show serale di David Letterman, sembra che il telefilm fosse molto più apprezzato dal pubblico europeo.

Trama

In un viaggio attraverso la giungla il professor Jonathan Chase (esperto in scienze del comportamento animale presso l’università di New York) scopre di possedere il potere di trasformarsi in qualsiasi animale egli desideri, dai mammiferi agli uccelli. Ereditata questa particolarità dal padre, Jonathan decide di utilizzarla per aiutare i propri amici nella lotta contro il crimine. Diventa così un utile consulente per la polizia che chiede il suo aiuto ogni volta che in un caso vi è il coinvolgimento di animali.

Naturalmente in pochi conoscono il suo segreto, tra questi la detective Brooke Mackenzie che lo scopre subito dopo aver perso il proprio compagno durante un’azione di polizia e il suo vecchio commilitone del Vietnam Ty Earl. Durante il primo episodio Brooke si innamora di Jonathan, ma dato l’accantonamento del progetto non è stato possibile scoprire l’evolversi della loro storia.

Punto di forza della serie sono le trasformazioni di Jonathan, molto drammatiche e relativamente realistiche nonostante i pochi mezzi dell’epoca. Nel passaggio da uomo ad animale il corpo del mutaforma non viene mai mostrato interamente, ma vengono mostrati diversi primi piani di occhi, mani e altre parti del corpo. Di grande impatto, ad esempio, risulta l’arricciarsi della pelle e il viso sfigurato dal mutamento.

Curiosità 

  • Nell’episodio pilota Ty Earl è stato interpretato da Glynn Turman.
  • Una delle più famose guest star della serie è Ursula Andress
  • Nel 1984 è uscito Manimal Annual, pubblicazione inglese in cui venivano raccolte biografie del cast, fotografie, alcuni episodi scritti dai fan della serie e alcuni articoli incentrati sulle trasformazioni e gli effetti speciali utilizzati.
  • Nella seconda stagione della serie TV NightMan (1997 – prodotta da Glen A. Larson), vi è un episodio intitolato Manimal in cui appare nuovamente Simon MacCorkindale nel suo ruolo di mutaforma. La trama dell’episodio vede la figlia del professor Chase, Teresa, rischiare la propria vita nelle mani del cattivo di turno, finché anche lei non scopre di avere gli stessi poteri del padre.

Automan

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Titolo originale Automan
Paese Stati Uniti d’America
Anno 1983-1984
Formato serie TV
Genere fantascienza
Stagioni 1
Episodi 13
Durata 45 min
Lingua originale inglese
Ideatore Larry BrodyDoug Heyes Jr.
Interpreti e personaggi
Produttore Glen A. Larson Productions, 20th Century Fox Television
Prima visione
Prima TV originale
Dal 15 dicembre 1983
Al 9 aprile 1984
Rete televisiva ABC
Prima TV in italiano
Data 5 gennaio 1985
Rete televisiva Italia 1

Automan è una serie televisiva di fantascienza creata nel 1983 da Glen A. Larson. Si avvicina molto dal punto di vista visivo al film Tron della Disney grazie agli effetti speciali applicati al vestiario e ai mezzi di locomozione legati al protagonista. La serie venne mandata in onda per intero (13 episodi) dapprima su Italia 1 a partire dal 5 gennaio 1985[1] poi replicata nel 1986; negli anni novanta ne furono trasmessi solo alcuni episodi su Videomusic e successivamente su TMC2.

La serie è composta soltanto da una stagione di tredici episodi della durata di circa 50 minuti perché negli Stati Uniti non ebbe un successo tale da giustificare la produzione di altre stagioni.

Trama

L’automobile virtuale di Automan è in realtà una Lamborghini Countach.

La serie racconta le avventure di Walter Nebicher, un programmatore impiegato al Dipartimento di polizia di Los Angeles poco stimato per il suo lavoro d’ufficio dai superiori. Egli decide quindi di programmare un videogioco in cui compaia un compagno perfetto per la lotta al crimine ma, in seguito a un sovraccarico di corrente, il videogioco prende vita e nasce Automan, interfaccia fisica simile ad una intelligenza artificiale, una specie di ologramma che vive al di fuori dello schermo.
Purtroppo Automan consuma molta elettricità e spesso non è in grado di comparire quando Walter richiede il suo aiuto. Anche per questo il programma è in grado di funzionare soltanto di notte, quando cioè c’è una minore richiesta di energia.
In aggiunta il programma crea Cursore, il compagno di Automan fatto soltanto a forma appunto di cursore luminoso. Cursore è in grado di disegnare, e quindi creare, nel mondo reale qualsiasi cosa Automan richieda, come ad esempio macchine ed elicotteri. Essendo creati dal computer, questi mezzi non sono soggetti alle leggi della fisica, tanto che, ad esempio, l’Autocar esegue curve ad angolo retto a tutta velocità e Walter ogni volta va a finire schiacciato contro gli sportelli.
Automan è conosciuto dai personaggi umani della serie come “Otto J. Mann” (in inglese la pronuncia è molto simile ad Automan) un agente governativo che aiuta Walter nelle sue indagini; l’unica oltre Walter a conoscere la sua vera identità è Roxanne la collega-quasi fidanzata di Nebicher che spesso interviene nelle indagini.

Tron e Automan: somiglianze e differenze

Automan è stato spesso considerato, a ragione o a torto, una copia del film della DisneyTronper via di alcune scelte stilistiche. Infatti le due pellicole hanno in comune un’ambientazione fantascientifica in cui il mondo della realtà virtuale si fonde con la realtà fisica.
Tuttavia, in Tron un programmatore viene risucchiato nella realtà virtuale mentre in Automanaccade l’esatto opposto: un programma informatico prende vita e riesce a manifestarsi nel mondo reale, facendo sì che questa realtà si trasformi in un’estensione di quella virtuale. Automan infatti è in grado di programmare a proprio piacimento mezzi di trasporto e oggetti che diventano reali anche per il suo creatore umano Walter.
Quindi mentre in Tron il protagonista diventa parte del sistema e può interagire con il mondo in cui si trova, Automan, oltre a possedere tutte le caratteristiche di un essere umano, è in grado di utilizzare tutte le sue capacità informatiche, come un supereroe fa coi suoi superpoteri.

 

Supercar

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Titolo originale Knight Rider
Paese Stati Uniti d’America
Anno 1982-1986
Formato serie TV
Genere azione, fantascienza
Stagioni 4
Episodi 90
Durata 45 min ca
Lingua originale inglese
Ideatore Glen A. Larson
Interpreti e personaggi
Voci esterne
Prima TV originale
Dal 26 settembre 1982
Al 4 aprile 1986
Rete televisiva NBC
Prima TV in italiano
Dal 28 gennaio 1984
Al 1987
Rete televisiva Italia 1
Opere audiovisive correlate
Seguiti Knight Rider
Spin-off Code of Vengeance

Il celebre computer di bordo, interfaccia di KITT

Supercar (Knight Rider) è una serie televisiva statunitenseprodotta tra il 1982 e il 1986 interpretata da David Hasselhoff.

Trama

La serie inizia con il salvataggio di un poliziotto, Michael Arthur Long (interpretato da Larry Anderson) da parte delle industrie Knight. L’uomo è in fin di vita ma grazie ad una plastica facciale e ad un duro addestramento la sua vita cambia completamente: egli diventa Michael Knight (interpretato da David Hasselhoff) ed assieme a KITT, un’automobile completamente automatizzata e controllata da un’intelligenza artificiale (che le permette, tra le altre cose, di parlare) comincerà una lunga battaglia contro “le forze del male” in giro per gli Stati Uniti. La maggior parte degli episodi, infatti, sono ambientati nella provincia americana.

Celebre è l’introduzione pronunciata in originale, all’inizio della sigla di apertura, da una voce narrante (che la versione italiana non mantenne):

“Knight Rider, a shadowy flight into the dangerous world of a man who does not exist.

Michael Knight, a young loner on a crusade to champion the cause of the innocent, the helpless, the powerless in a world of criminals who operate above the law.”

(“Knight Rider, un oscuro volo nel mondo pericoloso di un uomo che non esiste.

Michael Knight, un giovane solitario in una crociata per difendere la causa degli innocenti, degli indifesi, degli impotenti in un mondo di criminali che operano al di sopra della legge.”)

Produzione

La serie ha vinto un “People’s Choice Awards” nel 1983 per il miglior attore protagonista e uno “Young Artist Awards” per il miglior giovane attore non protagonista, Keith Coogan, sempre nel 1983. Verrà interrotta alla fine della quarta stagione, nel 1986, a causa di un repentino calo degli ascolti, che non riuscivano più a bilanciare gli elevatissimi costi di produzione. Ciò avvenne in modo del tutto improvviso e imprevisto, in quanto l’ultimo episodio in assoluto, La spedizione maledetta, termina in modo completamente normale senza lasciar presagire nulla della fine definitiva della serie.

Replica di KITT realizzata da un fan italiano

Il telefilm è rimasto per molti appassionati un oggetto di culto, vi sono numerosi Fan Club e forum in varie nazioni, anche in Italia. Alcuni fan più appassionati hanno costruito delle repliche perfette sia negli interni che negli esterni di KITT e di KARR, elaborate a partire dal modello di serie dell’auto da cui entrambi derivano, una Pontiac Firebird Trans Am.

Il 17 febbraio 2008 è stato mandato in onda sulla rete televisiva americana NBC un film della durata di due oreche avrebbe potuto essere l’episodio pilota di una nuova serie di Supercar, cosa che poi si è concretizzata grazie agli indici di ascolto estremamente alti. La nuova serie, chiamata Knight Rider, è iniziata il 24 settembre sulla NBC ma a causa dei bassi ascolti e delle critiche non positive, nel dicembre 2008 la NBC ha deciso di non rinnovare la serie per una seconda stagione.

Personaggi principali

  • Michael Knight, stagioni 1-4 interpretato da David Hasselhoff.
  • KITT, stagioni 1-4 (Knight Industries Two Thousand) è doppiato da William Daniels.
  • Devon Miles, stagioni 1-4 interpretato da Edward Mulhare.
  • April Curtis, stagione 2 interpretata da Rebecca Holden.
  • Bonnie Barstow, stagioni 1,3-4 interpretata da Patricia McPherson.
  • RC3 – Reginald Cornelius III, stagione 4 interpretato da Peter Parros.

Personaggi secondari

  • Wilton Knight, interpretato da Richard Basehart
    In realtà non è un vero e proprio personaggio principale della serie televisiva Supercar, in quanto compare solo nell’episodio pilota; tuttavia è lui a sponsorizzare il progetto di KITT e a scegliere Michael Knight.
  • Garth Knight, interpretato da David Hasselhoff
    È il figlio di Wilton Knight, perfettamente uguale fisicamente a Michael Knight (e interpretato dallo stesso attore) tranne che per la presenza di baffi e pizzetto, ma a differenza di quest’ultimo profondamente malvagio e con manie di grandezza e per questo motivo è stato diseredato dal padre. Grazie all’aiuto della perfida madre, riesce a costruire un camion dotato della stessa copertura molecolare di KITT, chiamato Goliath. Nella sua ultima apparizione, sembra precipitare con Goliath in un burrone, ma non si avrà mai la certezza della sua morte.
  • KARR (Knight Automated Roving Robot).
    È il primo prodotto di auto intelligente, ma a differenza di KITT non ha la priorità di salvare vite umane, ma lei stessa. Per questo fu spenta, ma venne in seguito riaccesa da due galeotti.
  • Goliath
    È un mastodontico camion dotato di rimorchio che prende parte a due episodi della serie televisiva Supercar. È interamente rivestito della stessa copertura molecolare che ricopre sia KITT che KARR, ma, a differenza delle due auto, Goliath non è dotato di un computer, né di intelligenza artificiale, né di funzioni straordinarie. La sua forza consiste quindi solamente nella sua imponenza e quasi indistruttibilità. È stato costruito da Garth Knight per effettuare azioni criminali, prima fra tutte l’eliminazione dei suoi principali nemici, Michael Knight e KITT, ma essi riusciranno in entrambe le occasioni ad avere la meglio, seppure a fatica. Oltre alla sua struttura mastodontica ed indistruttibile, Goliath ospita sul tetto della motrice dei lanciarazzi per razzi non guidati; il rimorchio container, blindato ed antiproiettile, è chiuso con una chiusura senza maniglie, apribile solo con un codice numerico digitabile su un tastierino. Alla sua prima apparizione, Goliath viene fermato da KITT con una scarica del suo laser nel punto di aggancio tra motrice e rimorchio; la seconda volta, quel difetto è stato eliminato, e Michael deve ingannare Garth per costringerlo a finire giù da una scogliera.
  • Stephanie “Stevie” Mason, interpretata da Catherine Hickland, all’epoca moglie di David Hasselhoff
    È la donna di cui Michael s’innamora, e che per lei medita di lasciare la Fondazione per starle accanto; quando verrà uccisa il giorno delle nozze, Michael ritornerà a lavorare con KITT.

Episodi

La serie televisiva comprende 90 episodi (alcuni composti da due parti) divisi in quattro stagioni. Negli Stati Uniti furono trasmessi dall’emittente NBC, mentre in Italia da Italia 1. Ciclicamente vengono riproposti, sempre sul medesimo canale televisivo.

Colonna sonora (senti qui 🎛🎚)

Il “Knight Rider Theme” è stato composto da Stu Phillips e Glen A. Larson.[1] Quest’ultimo affermò di aver tratto ispirazione da un pezzo classico (“Marche et Cortège De Bacchus” Act III – No. 14 di Sylvia scritto dal compositore francese Léo Delibes). Nel resto della serie la colonna sonora è stata composta da Stu Phillips per 13 episodi e da Don Peake per 75 episodi, Peake è stato unico e principale compositore fino alla fine della serie nel 1986.

Nuove serie e Film TV

  • Supercar 2000 – Indagine ad alta velocità
  • Team Knight Rider
  • Knight Rider (film)
  • Knight Rider (serie televisiva)
  • Knight Rider 2010 (non ufficiale)

Spin-off

  • Code of Vengeance

… e non è finita, prossimamente continua!

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