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Preferiscono essere chiamati Rom, che nella loro lingua, il romanes, significa “uomo”.
I Sinti sono un’etnia di origine nomade dell’Europa, tra quelle tradizionalmente dette degli zingari. L’origine del nome sinti è nella parola indo-persiana Sindh ad indicare la Valle SINDHU dell’Indoe, lo stesso fiume Indo (nell’attuale Pakistan e India nord-occidentale).
Loro definiscono gagè, ossia “gli altri”, il resto del mondo, cioè i non Rom. Il gagio (singolare di gagè) è per loro un credulone, superstizioso, troppo attaccato alle cose, talvolta violento.
I gagè, dal canto loro, li chiamano zingari e pensano che siano trasandati, infidi, ladri, senza cultura.
Generalizzare è sempre sbagliato: nell’Est europeo, e in molti casi anche in Italia, i Rom vivono in normali case, lavorano, studiano e la convivenza coi gagè è tranquilla (fatto che dovrebbe essere la norma e quindi il punto di arrivo in tutti i paesi che si definiscono “civilizzati”).
I Rom bosniaci chiamano l’Italia “il Paese dei campi”, intendendo i campi nomadi, recintati, fanno spesso la questua, a volte furti. Le loro baracche fatiscenti prendono spesso fuoco.
I 7 milioni di Rom che vivono in Europa discendono, come detto, da una popolazione che lasciò il delta dell’Indo, fra l’India e il Pakistan. «i Rom non si comportavano tutti allo stesso modo, cambiavano economia e ritmi di vita secondo le opportunità offerte dai Paesi ospitanti».

Oggi li si può suddividere in 3 macro-aree geografiche:
La prima area, quella Balcanica, in cui alla fine del XVI secolo erano tutti censiti, abitavano in dimore fisse e pagavano le tasse. Erano insomma ottimi contribuenti, divisi in corporazioni: lautari (musicisti e costruttori di strumenti musicali), fabbri, orefici, sarti, macellai, venditori di cavalli, “veterinari”, contadini liberi.
La seconda area, che corrispondeva ai principati di Valacchia e di Moldavia (oggi parte dell’attuale Romania), li vedeva relegati nello scomodo ruolo di schiavi. Erano di proprietà del principe, e lui poteva permettere loro l’esercizio di mestieri itineranti (acrobati, addestratori di orsi, giocolieri), lingurari (costruttori di utensili di legno), calderai e ramai, a patto che gli pagassero i tributi. Salvo venire donati, con l’intera famiglia, a un monastero ortodosso a saldo dei peccati del principe. Spesso i Rom erano schiavi di feudatari e dei monasteri che li utilizzavano nei campi. Rimasero tali fino alla metà dell’800 (altro che nomadi…), quando, con le rivoluzioni liberali, fu abolito lo schiavismo nella regione.
Queste, sopra elencate, sono prime due aree: quella Balcanica e quella Rumena, attualmente ospitano il 90% dei Rom europei. E non per caso sono sedentari, vivono in vere case con bagno e cucina, sanno fare i mestieri più diversi, coltivano la terra. In Romania vi sono 1 milione 800 mila Rom ed i furti da loro commessi sono vicini allo zero (lo afferma l’Interpol!).
C’è poi una terza area, conflittuale: è quella dell’Europa occidentale, dove emerge il “Paese dei campi”, ossia l’Italia (in Italia i Rom sono lo 0,15% della popolazione: circa 87.000 persone).
Ma perché gli zingari chiedono la carità? Alle origini erano commercianti porta a porta. «Tornavano negli stessi luoghi a vendere oggetti per la casa e l’agricoltura. Se non vendevano, chiedevano da mangiare o qualche spicciolo. Il manghel, che significa sia vendere sia elemosinare, era accettato un tempo nelle campagne. Con il potenziamento della distribuzione commerciale, i Rom hanno perso questo ruolo, lasciando in essere solo la questua». Inoltre, migliaia di Rom che lavoravano con le giostre ed i circhi sono rimasti disoccupati.

SOLUZIONI OGGI, PER UN ITALIA CHE DEVE FARE QUALCOSA…
Vi sono, a tutt’oggi, proposte assurde ed incostituzionali, quali, ad esempio, quella (recente) di censire tutti gli zingari…
Poi, si sono sentite (in passato) le proposte più bizzarre, riconducibili, ad esempio, all’uso delle ruspe… e via dicendo…
Di sicuro la questione è da regolamentare ed il prima possibile!
Vi sono assunti innegabili:
- Tutti i soggetti che si trovano nel territorio dello Stato Italiano devono rispettare le leggi vigenti;
- I Rom, conseguentemente, non sono esentati da questo ineluttabile assunto!
PIANO DI ATTUAZIONE E REGOLAMENTAZIONE
- Quindi, si vada con ordine e si stabiliscano dei punti fermi anche per i Rom, nomadi, zingari, apolidi o sinti… (che dir si voglia):
- devono gestire i loro figli come fanno tutte le famiglie italiane, ossia mandare i bambini a scuola, garantire loro mantenimento ed istruzione, con costanza e senza eccezioni! A pena della perdita della patria podestà genitoriale;
- I campi nomadi stabili non hanno ragione di esistere! Chi decide di essere itinerante deve esserlo veramente, in modo sano, legale, igienico… e pertanto possedere pertanto una casa vera mobile, detta roulotte o camper!
- L’itinerante deve sostare TEMPORANEAMENTE in apposite aree di sosta, dette camping, e rimanerci per un periodo massimo di 5 -max 6 mesi (senza proroga alcuna).
- L’itinerante, alla stregua del camperista, nel momento in cui accede all’area di sosta deve presentare le sue generalità, ai fini della registrazione, e quelle della sua famiglia, esattamente come accade quando un qualunque individuo va in vacanza con la propria roulotte oppure si presenta in un hotel per soggiornarvi (nulla di strano!).

- L’itinerante, pare ovvio e scontato, usufruirà presso la struttura di servizi (acqua, bagni, elettricità, pulizie delle aree comuni da parte di personale specializzato, cura aree verdi, servizio di smaltimento rifiuti differenziati, ecc…) pertanto dovrà pagare una quota giornaliera, concordata e fissa in tutta Italia, che potrebbe essere quantificata in una cifra “politica e sociale” di euro 7,00 a persona ed euro 5,00 per i bambini di età inferiore a 10 anni e per gli anziani di età superiore a 65 anni. Il pagamento deve essere anticipato per un conteggio di 30gg (30gg in 30gg), ovviamente non sono ammessi ospiti morosi.
- Ogni singola struttura di accoglienza deve avere un custode h 24, con personale comunale preposto e collegamento di video sorveglianza fissa con la polizia locale.
- Dove esistere un regolamento nazionale unico che, se non rispettato, comporta seduta stante all’espudione dal punto di accoglienza.
- Tutte le case mobili (rolulotte o camper), così come accade per le automobili degli italiani, devono essere sottoposte a revisione biennale presso centri specializzati che ne controllino l’idoneità a 360′ ed, in assenza, non potrà essere consentita la sosta presso le predette aree di ospitalità.
- Ovviamente, non deve essere consentito in nessun comune del territorio italiano che NESSUNO attui soste selvagge in luoghi non autorizzati (questa regola, valga per tutti: nomadi, camperisti, vacanzieri…).
Si consideri inoltre che ogni nomade dovrebbe tassativamente dimostrare un minimo di capacità economica/redditizia per avere il diritto ad avere i propri figli con sé.
In assenza di quanto sopra, così come accade per tutte le famiglie Italiane disagiate, necessita l’immediato interteveno dei servizi sociali, con decisioni, circa il collocamento dei minori presso strutture specializzate, da prendersi entro 24 ore dalla presa in carico.
Ovviamente, tolleranza zero per quanto afferente: elemosine, questue, furti, ecc… e pertanto pene certe e senza indugio!
⚀ Il punto di partenza
⚃ Ecco, il punto di arrivo
Ulteriori progetti collegati:
consentire ai Rom di pianificare i loro spostamenti da un Campo di Ospitalità all’altro attraverso un solo portale WEB nazionale (area riservata) e in alternativa un numero verde dove possono programmare le loro soste ed i loro spostamenti;
creare all’interno dei Campi di Ospitalità delle sale dedicate per giorni di formazione a tema: nei quali seguire i bambini, indirizzare gli adulti, ecc… Ovviamente solo eventi correlati ad una pianificazione locale (quando e se possibile).
PAROLE D’ORDINE:
LEGALITÀ
REGOLE
DIGNITÀ
RIQUALIFICAZIONE
COSTO ZERO (o quasi…)
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