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Il circo, oltre ad avere sempre avuto una dignità artistica solida, nel corso dei secoli ha sempre cercato di aggiornarsi, con vivacità sapiente e affascinante, al passar del tempo: la sua immediatezza e fisicità ne ha fatto il crocevia ideale tra le arti in tanti momenti della storia, subendo metamorfosi inattese quanto regolari e complesse mutazioni della sua forma.
Il circo inizialmente raccontava di animali esotici, bestie feroci e sconosciute, elefanti, tigri, leoni… di gemelli siamesi, prodigi, donne barbute, uomini proiettile con donne cannone, nani, giganti, un mondo dove entrare con un soldino; attrazione perversa e innocente, sogno e incubo nello stesso tempo, con l’odore di zucchero filato e buccia di arachidi.
Un mondo che oggi, per via dell’evoluzione umana, si sta perdendo con inevitabile impoverimento del mondo dell’arte…
Nel Medioevo, periodo spesso sottovalutato nella storia dello spettacolo, le arti circensi rimangono generalmente collegate alla vita di corte e, più tardi, alla piazza del mercato delle città.
Le forme più spettacolari prevedevano l’esibizione di animali ammaestrati. Nascevano anche altre categorie di artisti, come per esempio quella dei saltimbanchi, che sviluppano soprattutto l’acrobazia… fino alle forme più semplici dell’uomo con l’organino, la scimmietta ed il cagnolino ammastrati…
Figura centrale, comunque, in questo periodo è quella del buffone di corte, che spesso assomma in sé diverse doti artistiche: è il poeta-cantautore (troubadour, trovatore), saltimbanco, mimo, danzatore, filosofo satirico, prototipo di una delle figure più caratteristiche del circo: il clown.
Alcuni aspetti tradizionali del circo, come la troupe itinerante, si affermarono e svilupparono proprio nell’epoca rinascimentale… Rimaneva assai difficile distinguere i gruppi dediti esclusivamente alle arti circensi in quanto era frequente che queste compagnie coltivassero anche l’arte teatrale.
Come spettacolo fondato sull’esibizione di cavalli, il circo nasceva in Inghilterra, nella seconda metà del Settecento, inventato da Philip Astley (Londra, 1770). Anche allora era apprezzata la presenza di personaggi di intrattenimento comico.
Il circo, nella sua forma stabile, era molto diffuso nel Settecento. In tutta Europa si costruirono edifici destinati agli spettacoli circensi e le compagnie stabili godevano del mecenatismo dei sovrani.
Negli ultimi anni del Settecento, quando negli Stati Uniti naquero i primi circhi, proprio a New York e Philadelphia John Bill Ricketts, nel 1793, si ispira a quelli europei specializzati nelle esibizioni equestri con cavallerizzi che passano attraverso cerchi di fuoco. Ricketts crea strutture permanenti che resistono circa 50anni; nel 1840, però, il circo non poteva più stare fermo diventa itinerante. Va in giro, si sposta: lancia per aria i suoi mostri e lascia camminare le bestie.
Un’attenzione verso il circo che permane per tutto l’Ottocento e nei primi decenni del Novecento.
L’arte circense, grazie anche alla ricerca di nuove forme e di nuovi linguaggi, era apprezzata non solo a livello popolare, ma anche da parte dei circoli culturali. Accanto ai circo stabili nacquero le troupe a conduzione familiare, la cui caratteristica spesso non è l’eccellenza in una particolare disciplina circense, ma la grande tradizione artistica.
Sono modelli ricchi di valori in cui la coesione degli artisti crea un mondo parallelo dove l’apertura dei circensi a tutte le culture consente loro di essere cosmopoliti e multiculturali, scevri da quegli elementi di arretratezza quali il razzismo, il classismo e l’individualismo; in parte, purtroppo, tipici della società attuale.
E’ nota l’attrazione che Federico Fellini aveva per il mondo circense. Fin da piccolo lo attraeva tutto quello che lo poteva portare fuori dalla realtà, in mondi fantastici, popolati da personaggi straordinari e fuori dall’ordinario.

Una passione, un’ossessione: una lente con la quale guardare il mondo. L’amore per il circo e per i clown in particolare gli permise di creare il clown Bianco e il clown Augusto: il primo è la figura dominante, colui che ordina e impone le sue regole; il secondo, invece, è colui che si ribella alle regole e allo stile di vita del clown bianco.
Giulietta Masina, la perfetta interprete dei personaggi più circensi dell’intera filmografia felliniana con Gelsomina in La strada e Cabiria ne Le notti di Cabiria: Giulietta “ha gli stupori, gli sgomenti, le improvvise esplosioni di allegria ma anche gli altrettanto improvvisi rattristamenti di un clown”.

Il circo oggi è fonte di gioia, allegria, spensieratezza e anche, seppur difficile a credersi, di Cristianità; intesa come altruismo ed accoglienza verso il prossimo.
Dopo la seconda guerra mondiale fino ai nostri giorni, il circo occidentale (Europa, Americhe, Australia) tocca l’apice nel modello itinerante sotto il tendone, gestito da quelle dinastie familiari ormai alla quarta generazione, con una miriade di artisti diffusi.
Progressivamente anche la giusta causa sulla tutela degli animali ha assunto un reale valore, non solo etico e sociale, ma umano; uno dei circhi più famosi d’Italia, seguito da tantissimi altri, ha sensibilmente ridotto il coinvolgimento degli animali all’nterno dei numeri, dando spazio ad altre forme di talento. Al contempo sono sostenitori della tutela degli aninali e non mancano di evidenziare che gli animali sono i loro partner, i loro amici e son parte integrante delle loro famiglie.
Il benessere degli animali rappresenta la salute del circo e questa aria nuova la si respira veramente!
Il circo che da una parte può essere chiamato ‘popolare’ (il pubblico della grande tenda, della piazza, di strada), dall’altra è invece misterioso nella sua magia, riservato a una élite e troppo spesso emarginato, per mera ignoranza, dalla società tradizionale.
NON DIMENTICHIAMOCI CHE IL CIRCO È CULTURA!
MA IL CIRCO È ANCHE POESIA…
IL CIRCO
Venghino signori venghino
al grande circo della vita
dove l’irreale è reale
l’impossibile è fattibile
il bello è inguardabile
l’orrido una meraviglia.
Voli di donne cannone
agili libellule
su fili sottili
appese in alto
dentro quel variopinto tendone
donne cannone come
piume acrobate
trascinate dal vento
di quel magico momento.
Domatori di fiere
movenze maliarde
artefici sapienti dell’ingannevole stupore
Illusionisti di immagini ed inventori di parole
incorniciati da bocche stupite
e colorati da
tristi pagliacci
elefanti danzanti
colombe volanti
foche saltanti
e pinguini ridenti…
Una farsa antica
sotto il tendone della vita
* * *
Venghino signori venghino
il biglietto è a buon prezzo
il divertimento assicurato
lasciatemi un sorriso e
questo non vi verrà restituito
* * *
Venghino signori venghino
trovino insegnamento e
non avrete nessun lamento
ma nel frattempo
quell’anima bambina svanisce
e salendo a bordo di una
bolla di sapone, sparisce.
Già Junior