Iscriviti per ricevere una e.mail ogni volta che viene pubblicato un nuovo articolo!


Il vecchio Ponte sul fiume Po tra Colorno e Casalmaggiore dovrebbe riaprire entro il 2019 (forse marzo/aprile??? Le info sono discordanti…). Le scorse settimane è stato approvato il bando per la procedura, con gara aperta, ai fini dell’affidamento dei lavori di ristutturazione/risanamento.
Il bando (in trasparenza) contiene le caratteristiche tecniche dell’intervento, la procedura di partecipazione, i requisiti richiesti, i tempi massimi di esecuzione dei lavori, le modalità di selezione e di affidamento, con i punteggi che premieranno le proposte di contenimento dei tempi delle lavorazioni.
L’aggiudicazione, in assenza di ricorsi, potrebbe avvenire entro settembre/ottobre 2018– il ponte, una volta risanato dovrebbe tassativamente riaprirsi entro il settembre/ottobre 2019 (anche se, come sopra indicato, si parla poterci riuscire già per il primo trimestre 2019), salvo complicazioni.
Entro il 2018 si avvieranno i lavori di incerottamento.
In questi mesi è stato rintracciato e contattato un professore in pensione del Politecnico di Milano che possiede disegni ed i progetti originali del vecchio ponte, ormai risalente al lontano 1954. Si vorrebbero sostituire solo le travi, lasciando i piloni. Ma forse non vi sarebbero sufficienti garanzie sulla bontà dell’intervento e quindi deve vagliarsi al meglio ogni scelta.
Il costo per il risanamento sarebbe stimato in c.a. 7/8 milioni di euro (cosiddetta “soluzione tampone“).
A quel punto la struttura “tampone” avrà una “vita” stimata di max 10 anni, un tempo più che ragionevole perché si possa progettare e realizzare un nuovo ponte sul Po.
L’approvazione del progetto definitivo degli interventi sul ponte deve transitare da 19 enti che hanno titolo di veto e quindi, pare, che tutti debbano dare il proprio beneplacito.
Nel frattempo, si dovrà pure procedere con l’eventuale bonifica dai residui bellici, le verifiche archeologiche richieste dalla soprintendenza e, doverosamente (stante la zona), agli approfondimenti correlati al rischio sismico.
Il nuovo ponte dovrebbe sorgere a fianco di quello esistente, dovrebbe avere un costo stimato di c.a 80 milioni di euro e prevede, ad oggi, un tempo di costruzione di c.a 6, forse 7, anni (salvo inconvenienti o salvo meglio…).
Si vorrebbero vagliare progetti innovativi sotto l’aspetto architettonico.
Una prima idea di progetto sarebbe dell’architetto Dante Benini, già progettista (longa manus) del ponte Cittadella di Alessandria, ponte molto apprezzato esteticamente.

Il ponte Cittadella sul Tanaro, ad Alessandria per l’appunto, è l’unico ponte al mondo progettato dall’architetto statunitense Richard Meier firmatario del progetto, che non si è mai recato sul posto (Alessandria) a vederlo, ma l’opera è esattamente come l’ha disegnata. ll bianco è il colore preferito da Meier, che l’ha utilizzato in tutte le sue costruzioni. Meier, che ha seguito i lavori da New York, iniziati nel 2013, ha voluto verificare ogni singolo materiale utilizzato, dal legno per la passerella pedonale, alle viti, fino alla vernice.
I suoi «occhi» in Italia sono stati quelli dell’architetto Dante Benini ed il suo studio/team di ingegneri/architetti.
L’inaugurazione ad Alessandria era attesa da tantissimimi anni (si pensi che la mera progettazione risale agli anni ’90). L’opera, così come svoltasi, è stata ed è tuttora definita una “palestra di architettura”.
Merita rammentare, per una trattazione esaustiva, che ad inizio anno le province di Parma e Cremona hanno stipulato il protocollo d’intesa richiesto dal Ministero delle Infrastrutture (quello Del Rio); l’accordo tra i due enti coinvolge anche il ponte Roccabianca/San Daniele Po (altro ponte “malato”).

Nel protocollo, i due enti stabiliscono di comune intesa che Parma sia il soggetto attuatore, e quindi anche il destinatario dell’intero finanziamento di 12 milioni di euro (per entrambi i ponti). Se sarà necessario integrare le risorse in corso d’opera, le province si impegnano a intervenire con risorse aggiuntive. Alla Provincia di Parma faranno capo le procedure di intervento: progettazione esecutiva, validazione, acquisizione di pareri, conferenza dei servizi, gare di appalto, direzione lavori, ecc.
4,8 milioni di euro, ossia l’80% del finanziamento del Ministero che complessivamente ammonterà a 6 milioni, sono stati messi subito a disposizione della Provincia di Parma che è, come detto, responsabile dell’intervento. Lo spiega in una nota di fine giugno l’attuale nuovo ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli.
Allarmi e disagi correlati ❎:
La mobilità dei cittadini che ogni giorno attraversano il fiume, avendo i loro interessi di studio, lavoro o solo affettivi a pochi metri di distanza, ma su rive differenti, prevede un’interruzione temporale molto/troppo lunga.
Le imprese, le industrie, le piccole attività commerciali, le botteghe e gli artigiani soffrono per l’interrotta raggiungibilità lo stesso approvvigionamento delle merci è diventato molto difficoltoso. E tutti i disagi economici sono evidenti.
I pendolari e studenti sono costretti ad attingere ai treni sovraffollati e sempre più spesso in ritardo.
L’ospedale Oglio-Po di Casalmaggiore ha registrato una notevole diminuzione delle prestazioni e degli afflussi.
La stessa Sabbioneta (patrimonio Mondiale Unesco) ha registrato una inevitabile e sensibile contrazione turistica.
Si é ovviamente registrato, sulla via alternativa di Viadana, ora battuta massivamente, un traffico superiore del 40/45% rispetto all’ordinario e livelli di inquinamento parimenti allarmanti per la stessa salute locale.
DOMANDA: ma siamo sicuri che questo specifico ponte sul Po che unisce le rive di Casalmaggiore e Colorno, stante la realtà ed il tessuto in cui è contestualizzato possa permettersi una attesa tanto lunga, spese ingenti ed in contropartira avere meramente un’opera identificabile come una piroetta acrobatica (ancorché di prestigio) ingegneristica/architettonica?
Nel frattempo, non si dimentichi che il NORD ITALIA (Emilia Romagna e Lombardia) è diviso in due (dal grande fiume Po)… Considerando, in aggiunta, che anche altri ponti limitrofi non godono certamente di buona salute (anzi… e le periodiche piene non ne agevoleranno lo stato).
Un ricordo alle vittime di Genova, vite spezzate per il crollo del ponte Morandi. La ricerca delle cause e delle responsabilità è un atto dovuto, ma purtroppo non lenisce nessun dolore. 🥀
SE TI È PIACIUTO QUESTO ARTICOLO
CLICCA SU “MI PIACE”!!!