Parma Capitale della Cultura 2020, giochiamo bene questa opportunità! 🎖

Parma sarà Capitale Italiana della Cultura 2020.

Lo ha deciso venerdì mattina la giuria di selezione del Mibact guidata dal presidente Stefano Baia Curioni che ha comunicato al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, l’esito della selezione.

A Parma saranno assegnati un milione di Euro ed una opportunità unica.

Il sindaco Pizzarotti, dopo l’emozione mostrata dovrà dare prova di capacità.

Dopo avere preso il comando della città,  in gravi condizioni finanziarie, il neo sindaco è stato in grado di operarvi una sistemazione attraverso la mera chiusura dei cordoni della borsa, cosentendo l’emanazione di un Piano Regolatore scellerato che ha ulteriormente allargato il perimetro della città con le nuove costruzioni immobiliari e nuovi quartieri… erodendo le bellissime campagne della periferia. Palese il suo fine: battere cassa grazie a pesanti oneri di urbanizzazione 💰.

Non parliamo del funzionante inceneritore cittadino🕯… un fiore all’occhiello 🌼 per la futura Capitale della Cultura 📚…

Il sindaco avrebbe dichiarato: “dopo gli anni della speculazione, dei grandi debiti, questa vittoria è un bellissimo messaggio alla città. Quando Parma resta unita non la batte nessuno. Ringrazio tutti di cuore. Il tempo di toccare il cielo con un dito e poi subito a lavoro, subito immersi in questa grande avventura“.

Vedremo cosa farà… 🤔

Ma torniamo ai fatti ed alla storia

PARMA CAPITALE DEL DUCATO

Fondata dai romani nel 183 a.C. lungo la Via Emilia, Parma fu a lungo una città prospera: aveva un teatro e un anfiteatro, un ponte in pietra e case dai ricchi mosaici di cui rimangono resti nel Museo archeologico. Durante la breve dominazione Bizantina (VI sec. D.C.), fu chiamata “Crisopoli”, ovvero, “Città d’Oro”; il motivo è probabilmente prosaico: era sede dell’erario militare; ma ciò non toglie che fosse anche allora una bella città. Il suo aspetto attuale deve molto al dominio dei Farnese e dei Borbone, che ne fecero una piccola capitale dal respiro europeo che ospitò umanisti prima e illuministi poi; fino ad arrivare ai fasti della corte della duchessa Maria Luigia d’Austria (dal 1816 al 1847), seconda moglie di Napoleone, figura ancora molto amata dai parmigiani.

Luoghi da non perdere per chi la visita:

Duomo Parma Il Duomo. Con la sua caratteristica facciata a capanna è uno dei più importanti esempi di architettura romanica nell’Italia del nord. Venne consacrato da papa Pasquale II nel 1106 alla presenza di Matilde di Canossa; all’interno si può ammirare la lastra marmorea della Deposizione di Benedetto Antelami, architetto e scultore a cui si deve il progetto del vicino Battistero. Le pareti della navata centrale sono interamente ricoperte dagli affreschi fatti da Lattanzio Gambara tra il 1567 e il 1571; mentre quelli della volta sono di Gerolamo Bedoli Mazzola tra il 1555 e il 1557. La cupola con l’Assunzione della Vergine (1526-1530), è la più celebre opera del Correggio: guardata con sospetto all’epoca per la sua ardita prospettiva “dal sotto in su” è oggi considerata un capolavoro. Sul campanile svetta uno dei simboli della città: l’Angiol d’or, ovvero una statua dell’arcangelo Raffaele in rame dorato, che funziona come segnavento.
Battistero Il Battistero
venne costruito a partire dal 1196 e ultimato nel 1270. Ha un sorprendente colore rosa chiaro, dovuto al marmo di Verona, fatto giungere in città grazie a una complessa rete di canali navigabili oggi scomparsa. Fu progettato da Benedetto Antelami secondo una fitta rete di simboli e richiami: la pianta ottagonale rimanda all’eternità; mentre le statue dei Mesi custodite all’interno rappresentano lo scorrere del tempo attraverso il lavoro dell’uomo nelle varie stagioni.

san giovanniChiesa   e   monastero   di San Giovanni Evangelista. L’elegante chiesa di San Giovanni Evangelista si trova a pochi passi dal Duomo, tanto che i parmigiani dicono che “regge il moccolo” alla Cattedrale e, come la Cattedrale, possiede un’ardita cupola dipinta dal Correggio con La visione di san Giovanni. Il complesso, però, è più antico: fu fondato nel X secolo dai Benedettini. L’organo a canne costruito tra il 1517 e il 1521, è stato recentemente restaurato. Da vedere anche i tre chiostri: oasi di silenzio nel cuore della città; e la Spezieria (l’antica farmacia San Giovanni) in cui i monaci preparavano medicinali per i confratelli e per tutta la città.

Chiesa_di_Santa_Maria_della_Steccata Basilica di Santa Maria della Steccata. Il curioso nome deriva dal fatto che l’icona della Vergine ora sopra l’altare, in origine si trovava all’esterno di una cappellina protetta da una staccionata per difenderla dai fedeli che si recavano in massa a venerarla perché miracolosa.
Nei progetti dell’edificio a pianta centrale, costruito tra il 1521 e il 1539, alcuni vedono la mano di Leonardo. Celeberrimi gli affreschi dell’arco che precede la volta, in cui Parmigianino dipinse la parabola delle Vergini sagge e delle Vergini stolte. Nella cripta sono conservate le tombe dei duchi e dei principi Farnese e Borbone.

Teatro RegioTeatro Regio. Fatto costruire da Maria Luigia d’Austria, duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla, tra il 1821 e il 1829, ha un elegante impianto architettonico neoclassico. All’interno il bianco e l’oro si uniscono al rosso del velluto che ricopre poltrone e parapetti creando un’atmosfera raffinata, che non ha nulla da invidiare alla Scala di Milano. Tra i più celebri teatri d’opera italiani è tutt’ora temuto dai cantanti per la presenza dei “loggionisti”: melomani esperti capaci di esprimere (spesso in dialetto) giudizi arguti e taglienti.
Per informazioni su orari di apertura e spettacoli, visitate il sito http://www.teatroregioparma.org/

camera san paolo Camera di San Paolo. Questo luogo incantato si trova all’interno dell’ex convento di San Paolo: sono le stanze private della badessa Giovanna da Piacenza, nobile e colta, che ne commissionò gli affreschi al Correggio, che li realizzò tra il 1518 e il 1520. Sorprende, dato il contesto, l’utilizzo di miti pagani (Giovanna è dipinta in veste di Diana). Dopo la morte della badessa, al convento fu imposta la clausura e per 250 anni nessuno poté più ammirarli: motivo in più per visitarli ora.

pilotta Palazzo della Pilotta. Costruito tra il 1580 e il 1611 durante i ducati di Ottavio e Ranuccio I Farnese, per ospitare gli appartamenti ducali e locali di servizio, è oggi lo scrigno culturale della città: ospita la Biblioteca Palatina, il Teatro Farnese, la Galleria Nazionale, il Museo Bodoniano e il Museo Archeologico Nazionale.
Concepito come teatro di corte, il Teatro Farnese, fu realizzato interamente in legno e stucco tra il 1617 e il 1618. Distrutto da un bombardamento nel 1944 fu ricostruito com’era e dov’era negli anni ’60. La Galleria Nazionale conserva le collezioni d’arte iniziate dai Farnese e proseguite dai successori e vanta nomi quali Leonardo, Parmigianino, Correggio, Canova, Tintoretto, Beato Angelico, Canaletto e tanti altri,… Per info: http://www.parmabeniartistici.beniculturali.it/galleria-nazionale-di-parma/

Teatro FarneseIl Museo Archeologico Nazionale nacque nel 1760 per ospitare i reperti recuperati dai Borbone negli scavi di Veleia, città romana sulle colline piacentine; conserva reperti romani, greci, egizi e di epoca preistorica.

Parco ducale 

Parco Ducale. È nato come giardino privato della reggia fatta costruire nel 1561 da Ottavio Farnese e abbellito dai suoi successori con opere d’arte come le sculture neoclassiche di Jean-Baptiste Boudard e la Fontana del Trianon.

La Cittadella. Fortezza a forma di pentagono con bastioni e fossati, realizzata da Alessandro Farnese sul finire del secolo XVI, la Cittadella fu progettata ispirandosi a quella d’Anversa di Francesco Paciotto.

La fortezza, costruita dagli ingegneri ducali Giovanni Antonio Stirpio de’ Brunelli e Genesio Bresciani con la collaborazione di Smeraldo Smeraldi, fu luogo di difesa del potere costituito, trasformandosi ora in prigione ora in luogo di supplizi. Adibita a caserma, è stata di recente trasformata in parco pubblico. Delle antiche strutture la Cittadella ha mantenuto il tracciato pentagonale e la porta d’ingresso (1596), opera di Simone Moschino eseguita da G.B. Carra. Sotto il portico d’accesso, entrando a destra, si può osservare una stele con il ritratto in bassorilievo del conte Neipperg, forse opera di T. Bandini.

Il lungo dibattito sulla forma della fortezza…

Mappa cinquecentesca della città di Parma, agli inizi del ducato.

La scelta della forma pentagonale adottata per la cittadella di Parma affonda le proprie radici nel lungo dibattito che ha avuto luogo nel corso del XV e del XVI secolo su quale fosse il giusto numero di bastioni da dare alla struttura per una migliore difendibilità a scopo strategico. Il mantenimento di una forma radiocentrica, coerente con la concezione rinascimentale della città e il perseguimento di caratteri di estrema funzionalità del complesso furono le due principali cause che portarono alla scelta della forma pentagonale per la realizzazione delle cittadelle.

E ANCORA…

L’indimenticabile Alberto Bevilacqua il cantore della Califfa che trasformò Parma nella Piccola capitale (da vedere il film tratto dal romanzo e diretto dallo Bevilacqua, in cui la Califfa è stata interpretata da una splendida Romy Schneider).

L’internazionale Bernardo Bertolucci regista, sceneggiatore e produttore cinematografico tra i registi italiani più rappresentativi e conosciuti al mondo. Chi non ricorda film di successo come Il conformista, Ultimo tango a Parigi, Il tè nel deserto, Novecento e L’ultimo imperatore, (che gli valse l’Oscar) e tantissmi altri…

L’istrionica attrice Paola Borboni, una delle presenze storiche del teatro italiano, con una carriera lunghissima, cominciata nel 1916 e conclusasi pochi mesi prima della sua morte, nel 1994.

Arturo Toscanini, nato nel quartiere Oltretorrente nel 1867, unanimemente considerato uno dei più grandi direttori d’orchestra della storia.

Attilio Bertolucci, Il grande poeta (e padre dei registi Bernardo e Giuseppe), autore, tra le altre opere, de ‘La Camera da Letto’, nacque a San Prospero nel 1911.

Giuseppe Verdi, nato a Roncole di Busseto nel 1813, è considerato il più grande operista di tutti i tempi, e uno dei più rappresentati al mondo.

Le sorelle Fontana, Zoe, Micol e Giovanna, nate a Traversetolo tra il 1911 e il 1915, fondarono l’omonima casa di alta moda, rendendo famoso lo stile Made in Italy in tutto il mondo.

Per tornare indietro… un po’ alle origini… Il primo letterato nativo di Parma di cui si abbia notizia fu Gaio Cassio Parmense (I secolo a.C.), appartenente ad una delle famiglie romane fondatrici della città e autore di tragedie ed elegie.

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