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Il cyberbullismo non è altro che il bullismo praticato OnLine, sul web; è un attacco continuo, ripetuto, offensivo e sistematico attuato verso la vittima prescelta che si è presa di mira. Gli strumenti sono tutti quelli che la rete mette a disposizione.
Il termine cyberbullying è stato coniato dal docente canadese Bill Belsey.
Il cyberbullismo è il temine più trasversale che prende in considerazione tutte le forme di bullismo mediatico, quello tra minorenni e quello tra adulti.
Il cyberbullismo può concretizzarsi in veri e propri reati, violazioni del Codice penale, del Codice civile e del Codice della privacy (GDPR).
Con il termine “FLAMING“ si indicano messaggi elettronici, violenti e volgari, mirati a suscitare “battaglie” verbali online, tra due o più contendenti, che si affrontano ad “armi pari” (il potere è, infatti, bilanciato e non sempre è presente una vittima come nel tradizionale bullismo) per una durata temporale determinata dall’attività OnLine condivisa.
Il flaming può essere, infatti, circoscritto ad una o più conversazioni che avvengono nelle chat.
L’HARASSMENT (dall’inglese “molestia”) consiste in messaggi scortesi, offensivi, insultanti, disturbanti, che vengono inviati ripetutamente nel tempo, attraverso Email, SMS, MMS, Wapp, telefonate sgradite o talvolta mute.
A differenza del flaming, l’harassment è riconoscibile dalla persistenza (il comportamento aggressivo è reiterato nel tempo) e della asimmetria di potere tra il cyberbullo (o i cyberbulli) e la vittima.
Si tratta di una relazione sbilanciata nella quale la vittima è sempre in posizione one down in cui tenta, senza successo, di convincere il persecutore a porre fine alle aggressioni.
Può anche accadere che la vittima replichi ai messaggi offensivi con comunicazioni altrettanto scortesi ed aggressive, ma, differentemente da quanto avviene nel Flaming, l’intento è unicamente quello di far cessare i comportamenti molesti; implorare di essere liberato!
Il cyberbullo le prova tutte pur di rafforzare la propria attività offensiva, fino a:
- coinvolgere i propri contatti OnLine (mailing list) affinché si prestino a partecipare alle aggressioni OnLine: “harassment con reclutamento volontario”;
- far proliferare gli insulti e le minacce usando il pretesto degli errori inevitabilmente connessi dall’aggredito e dovuti alla sua inesperienza od alla sua buona fede.
Una lunga sequenza di messaggi insultanti e minacciosi (flame war) potrebbe, in alcuni casi, precedere una vera e propria aggressione nella vita reale…
è il caso del CYBERSTALKING, quando l’harassment diviene particolarmente insistente ed intimidatorio e la vittima comincia a temere per la propria sicurezza fisica, il comportamento offensivo assume la denominazione di cyber-persecuzione. E’ facile riscontrare il cyberstalking nell’ambito di relazioni fortemente conflittuali con i coetanei o nel caso di rapporti sentimentali interrotti.
In questo caso, il cyberbullo, oltre a minacciare la vittima di aggressioni fisiche può diffondere materiale riservato in suo possesso (fotografie sessualmente esplicite, videoclip intimi, manoscritti personali) nella rete.
La DENIGRATION ha l’obiettivo di danneggiare la reputazione o le amicizie, diffondendo OnLine pettegolezzi e/o altro materiale offensivo di ogni tipo ed addirittura attraverso l’uso di fotomontaggi.
Con il furto di identità, cosiddetto IMPERSONATION si violano gli account di qualcuno (perché si e ottenuto consensualmente la password o perché si è riusciti, con appositi programmi, ad individuarla) per farsi passare per questa persona e inviare messaggi web con l’obiettivo di dare una cattiva immagine della stessa, creare problemi o mettere in pericolo, danneggiarne la reputazione o le amicizie della vittima.
La lista delle violazioni è lunga, infatti con l’OUTING AND TRICKERY dopo aver “salvato” (registrazione dati) le confidenze spontanee (outing) di un coetaneo (SMS, Chat, ecc.), o immagini riservate ed intime, decide, in un secondo momento, di pubblicarle su un Blog e/o diffonderle attraverso Email.
Tagliare fuori, in certi casi, è gravissimo, specialmente tra i ragazzi; infatti, è proprio il fenomeno della EXCLUSION (“bannare“), volto all’escludere intenzionalmente la vittima da un gruppo OnLine (“lista di amici”), da una chat, da un game interattivo o da altri ambienti protetti da password.
- Cosa spinge a criticare gli altri sul web?
- Cosa spinge a pubblicare foto senza il permesso?
- Cosa spinge a pubblicare ogni azione sui social network?
La verità è che viene difficile rispondere a queste domande.
Si è cresciuti così, “a pane e tablet” come direbbe un adulto anziano, ed ora, nonostante ci si creda totalmente in grado di gestire questi nuovi ed avanzatissimi mezzi di comunicazione, ci si ritrova oppressi proprio da questi ultimi.
Si è presa l’abitudine di scrivere sul web tutto quello che si pensa e così hanno cominciato anche i bulli, perché con davanti uno schermo 💻 tutto è più facile e allora eccoci qui:
- più del 60% della popolazione, è stato vittima di cyberbullismo.
I BULLI: PERSONE MALATE DI INSICUREZZA CHE DEVONO ESSERE CURATE PRIMA CHE DANNEGGINO LA SOCIETA’
IL BULLO È: DEBOLE, IGNORANTE, CATTIVO, VIOLENTO, AGGRESSIVO, PREPOTENTE, PAUROSO, MALEDUCATO, INFELICE, INVIDIOSO, DISAGIATO, IRREALIZZATO, EGOISTA, SOLO, SUPERFICIALE, CRUDELE…
Detto questo è evidente che il bullo, visto asetticamente, sia un PARASSITA SOCIALE ed in quanto tale non può che essere considerato un danno per l’intera società.
Purtroppo, a differenza dei soggetti portatori di gravi malattie epidemiologiche, il bullo mediatico (cyber bullo) non è così facilmente identificabile nella vita quotidiana.
Questi soggetti malati operano di nascosto, protetti da uno 💻schermo e da una tastiera… poi nella vita quotidiana possono essere il barista che serve il caffè ogni mattina con un sorriso, la cameriera del ristorante preferito, il giornalaio dell’edicola sotto casa…
Il bullo è colui che vorrebbe essere un leader, il suo desiderio è in realtà quello di vedere la propria ascesa sociale e, non avendone la benché minima possibilità, tenta di realizzare sè stesso facendo crollare la stima sociale dei propri avversari verso i punti più bassi della scala gerarchica all’interno di un determinato contesto sociale.
Quella è l’unica arma di questi miseri…
COME DIFENDERSI?
- Denunciando
- Chiedere aiuto
- Essere forti
- Dare il giusto peso agli eventi
- Staccare dai social per un breve periodo aiuta a vedere i fatti nella giusta misura
- Durante gli attacchi di cyber bullismo non rimanere a gestire i social da soli, farlo insieme a qualcuno che sia esperto e sappia gestire le emozioni.
… ed in fine, CAPIRE SE CI SONO LE CONDIZIONI PER TUTELARSI DALLA PICCOLEZZA DEI PARASSITI… RIDENDOCI SOPRA!




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